di MASSIMO PINNA
Se a Catanzaro si ritrovano ormai nei centri abitati, nel Vibonese sono soprattutto gli agricoltori a subirne il nefasto passaggio che distrugge interi raccolti.
La problematica ambientale legata al numero abnorme ed incontrollato dei cinghiali è da tempo una vera emergenza civile, sanitaria, economica ed ambientale, senza soluzione di continuità ormai da diversi anni. Appelli, interventi, mobilitazioni, ma ad oggi nessun intervento vero sul territorio.
E gli ungulati straripano nelle strade e nelle campagne calabresi producendo danni enormi. Il Comitato “Contenimento del Cinghiale e Difesa del Territorio”, guidato a livello regionale da Eugenio Fristachi, ha posto ripetutamente la questione agli enti competenti. Ed oggi si rivolge nuovamente, ai prefetti di Catanzaro e Vibo Valentia e alle procure della Repubblica dei due capoluoghi di provincia.
Il Comitato chiede un incontro urgente, al fine di “predisporre una strategia di intervento immediato per tutelare gli allevatori ed gli agricoltori calabresi che continuano - afferma - a subire danni immensi a causa dei cinghiali, e che in alcuni casi rischiano – commenta - la chiusura”. Non solo danni economici ingenti, infatti. Ma anche un pericolo grave per la salute umana, visto e considerato che, “i cinghiali sono portatori di tubercolosi bovis, un’infezione in grado di provocare danni ingenti – denuncia- alla zootecnia e che è trasmissibile all’uomo”.
Infine, e non per ultimo, Fristachi e il “Comitato per il Contenimento del Cinghiale e Difesa del Territorio” si rivolge nuovamente all’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo, per “affrontare insieme questo vero e proprio pericolo pubblico, un dramma per l’economia e la salute dei calabresi”.
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