Potere al popolo Catanzaro: “ Ramelli 50 anni dopo: come stravolgere la storia”

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  26 aprile 2025 07:54

In occasione del cinquantesimo della morte di Sergio Ramelli si sta preparando da parte neofascista, compresi i Fratelli d’Italia, un fitto programma di eventi. Naturalmente non poteva mancare Catanzaro, città nella quale fu assassinato Giuseppe Malacaria, muratore socialista, da una bomba d i matrice fascista, proveniente dalla sede dell'MSI, il 4 febbraio 1971.
Abbiamo appreso infatti che prossimamente si terrà la presentazione – originariamente prevista per lunedì 14 aprile - del libro di Guido Giraudo con la presenza dell'autore, di Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato agli Interni, Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato all’Istruzione, Raffaele Arabia, esponente del comitato “Sergio Ramelli Catanzaro”, Eugenio Riccio, consigliere comunale, e Pierpaolo Pisano, Coordinatore Cittadino di Fratelli d’Italia
Il comitato spontaneo Sergio Ramelli di Catanzaro ha ottenuto che l'amministrazione provinciale di Catanzaro (delibera di consiglio n.3/2025) intitoli gli attuali Giardini all’Italiana del parco della Biodiversità Mediterranea
a Sergio Ramelli. La ripubblicazione del vecchio libro di Guido Giraudo, la preannunciata uscita tra marzo e aprile di altri due testi e soprattutto la circolazione per iniziative pubbliche del Tempo delle Chiavi dell’ex missino Nicola Rao e anche le intitolazioni di strade o giardini pubblici come nella nostra città, costituiscono
un vera e propria santificazione di Sergio Ramelli, stravolgendo la realtà storica. Tale stravolgimento si attua attraverso la narrazione tossica in cui le camicie nere diventano i ragazzi di Salò come molto inopportunamente ebbe dichiarare Luciano Violante nel momento della elezione a Presidente della Camera dei Deputati; gli" sdoganamenti culturali" che equiparano Resistenza a repubblica sociale italiana; certa memorialistica di sedicenti e non riconosciuti storici che inanellano bufale su eccidi cagionati dai partigiani: è questo il tragico humus in cui i fascisti, anche nelle varianti neo e post, trovano alimento.
E questo terreno è stato tragicamente sostenuto dagli esponenti di certa cosiddetta sinistra approdati negli anni su sponde decisamente trasversali, concedendo interviste con ricordi personali spesso del tutto inveritieri. Segno di postumi pentimenti. O di appartenenze mai autentiche.
Tutto ciò si colloca nel quadro di un progetto ancora più inquietante coltivato  dai fratelli d’Italia e da quanti vi gravitano intorno: quello di riscrivere letteralmente la storia del nostro Paese. Ne fanno fede le proposte di
commissioni parlamentari per opporsi alle sentenze di colpevolezza di militanti neofascisti (spesso con la tessera dell’Msi in tasca) nelle stragi di Stato, da Piazza della Loggia a Brescia alla stazione di Bologna, ribaltando le responsabilità di Stato nell'attacco contro la classe operaia ed antagonista e gli studenti in lotta avviato con la strage di Piazza fontana del 12 dicembre 1969 e occultando con questa modalità i diversi tentativi di sovvertimento golpista delle libertà democratiche.
Ramelli, volenti o nolenti, appartiene alla storia di una delle più violente organizzazioni fasciste, il Fronte della Gioventù del Movimento Sociale Italiano, come ben noto in quegli anni da quanti si trovavano a Milano ed anche attraverso le inchieste della stessa magistratura. Nel Fronte della Gioventù hanno militato a Milano da Angelo Angeli (il “bombardiere nero delle Squadre d’Azione Mussolini), a Vittorio Loi e Maurizio Murelli, autori del lancio delle bombe a mano che il 12 aprile 1973 uccisero l’agente Antonio Marino nel corso di una manifestazione missina. Proprio in quella manifestazione Sergio Ramelli fu fotografato a non più di
cinque metri da Murelli mentre si apprestava a lanciare una bomba a mano in Piazza Tricolore che ferì un poliziotto e un passante (riprodotta a pagina 167 del libro di Saverio Ferrari 12 aprile 1973: il “Giovedì nero” di Milano, Roma 2016). Conservare la memoria, difenderla dalle mistificazioni, riaffermare il valore
indiscutibile della Resistenza e dell'antifascismo. Per questo anche quest'anno il 25 aprile siamo scesi in piazza per ribadire: Ora e sempre, RESISTENZA!

Potere al popolo Catanzaro 

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