“Mi ero ripromesso di tenere un profilo basso, per evitare ulteriori polemiche sollevate ad arte e con un tempismo perfetto, rispetto alla vicenda legata ai lavoratori ex Legge 12, ma dopo tutte le allusioni e le imprecisioni dette, su questo bacino di precari, l’ultimo bacino di lavoratori precari rimasto, non riesco veramente più a stare zitto”. Lo afferma Gianluca Persico, sindacalista Cisal.
“Come al solito, mi assumo la piena responsabilità di quello che dico, scrivo o firmo. Sottolineo quest’ultimo passaggio, perché nelle tante esternazioni di questi ultimi giorni, articoli, comunicati stampa, ho letto tutto e il contrario di tutto. In primis, la classe politica, maggioranza e opposizione, che ha seguito degli articoli apparsi ultimamente, su alcune testate giornalistiche locali e nazionali, sembra abbiano avuto tentennamenti o ripensamenti sul loro operato. Allora vi chiedo, basta un articolo su un quotidiano a farvi cambiare idea? Se così fosse, allora ben venga il giornalista che ha scoperchiato questo malaffare. I miei colleghi delle altre sigle sindacali, giusto oggi hanno sollevato il problema sulla bontà e la qualità della norma, sinceramente quasi a prendere le distanze e chiedere alla politica di fare chiarezza? Ma non avete fatto incontri anche voi, insieme a me, avete firmato verbali con i colleghi delle categorie, non avete chiesto anche ultimamente di andare avanti e chiudere con la procedura? Tutti abbiamo partecipato e chiesto di andare avanti... Anche a voi il giornalista ha fatto avere ripensamenti? I giornalisti che alludono a procedure poco chiare o fatte per motivi elettorali, sanno realmente come sono stati fatti tutti i passaggi e tutte le procedure, o fanno accenni a procedure poco chiare perché un articolo scandalistico è più letto e vende più copie?”, continua Persico.
“Faccio questo preambolo, perché voglio ribadire, mettendoci la faccia come sempre faccio, che questa procedura non ha nessun lato nascosto o poco chiaro. Si tratta di una applicazione del D.lgs. 101/2013 e della Legge Madia, alla quale sono susseguite una legge regionale nel 2014 ‘Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato’, una interpretazione autentica sempre nel 2014, oltre a tutti i decreti pubblici di elenchi, posti sotto la lente di ingrandimento, tre volte da enti diversi, persino l’Agenzia delle Entrate, in ultimo il TAR Calabria. Se qualcosa non era troppo chiara, non erano gli enti preposti a dover sollevare l’eventuale problematica? Non hanno più mezzi di quelli che può ‘ricevere’ un giornale in cui, guarda caso, in 7 anni non ho letto un solo articolo di sollecitazione per sbloccare questa vertenza, mentre oggi si scatena e vuole vederci chiaro. Tutto questo scoppia dopo l’ultima riunione dei capigruppo, che finalmente sblocca un percorso fermo da 7 lunghi anni, si potrebbe scrivere anche allora contro i comuni che hanno stabilizzato gli LSU, contro il Ministero che stabilizza i docenti! A voler pensare male, potrei anche pensare che qualcuno non voglia portare a termine il procedimento, e stia fomentando l’opinione pubblica per suscitare tanto clamore e per non fare avere meriti a chi, maggioranza e opposizione, in questo momento, dovrebbero avere il coraggio di non farsi intimidire da un articolo e passare per quello che è stato beccato con le mani nella marmellata, ma tiri fuori gli attributi e completi questo iter una volta per tutte. Altrimenti si che, anche io dubiterei che un giornale ha scoperchiato l’ennesimo malaffare che si stava perpetrando in Calabria. Assumetevi dunque, tutti il coraggio di fare delle scelte, così come io mi sono assunto le mie, firmando verbali in tutte le riunioni fatte in questi anni, per la vicenda di questi lavoratori, senza rimpalli di responsabilità tra tizio e caio, ognuno per le proprie responsabilità, faccia il suo lavoro. Siamo di fronte ad un bivio, ora o dite chiaramente che non è legale quello che stavate per portare in Consiglio Regionale e fate un passo indietro, avallando le ragioni di chi vi ha scoperto, o tirate fuori gli attributi, tutti, politica e parti sociali e andiamo avanti, dimostrando la piena trasparenza di quello che si sta facendo per chiudere l’ultima fetta di precariato rimasta in Calabria”, conclude la nota.
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