
"In merito agli articoli di stampa sulla presunta “riscossione coattiva selvaggia” e sulle critiche mosse da Codacons è doveroso chiarire alcuni punti che risultano non solo imprecisi ma completamente fuori luogo rispetto alla realtà dei fatti".
Ad affermarlo, in una nota, è l'Aterp, che replica a Codacons (LEGGI QUI) (E QUI) così:
"Prima di tutto: non c’è nessuna operazione improvvisata o caotica.
ATERP ha intrapreso un’azione di legalità che, per anni, era stata rimandata: il recupero dei canoni non riscossi.
L’intera procedura è stata affidata tramite bando pubblico, gestito dalla Stazione Unica Appaltante di Crotone, quindi nel pieno rispetto delle norme e della trasparenza.
Parlare di “caos” o “cortocircuito” significa ignorare come è stato costruito l’appalto e quali garanzie offre.
Quanto ai costi di istruttoria e ai presunti “fissi” addossati all’Ente, i numeri citati sono semplicemente fuori scala.Le cifre reali sono chiare, documentate e, soprattutto, non coincidono con quelle riportate nell’articolo.
È bene ribadirlo: non esiste alcun meccanismo che possa generare un doppio pagamento. Un utente che ha già saldato quanto dovuto non deve temere nulla — basta presentare la documentazione e la sua posizione viene immediatamente regolarizzata.
Che poi, trattandosi di una riscossione massiva su crediti accumulati negli anni, possano emergere disallineamenti e/o errori materiali è inevitabile.
È fisiologico quando si fa finalmente ordine dopo decenni di mancati recuperi.
E’ altrettanto vero che ATERP ha messo in campo strumenti concreti per assistere gli utenti:
• sportelli dedicati nei distretti con personale appositamente formato;
• MAIL-PEC specifiche per segnalazioni e/o invio documentazione;
• possibilità di regolarizzare la propria posizione sia con pagamento in unica soluzione sia tramite rateizzazioni.
Parlare di “canoni indebiti” senza contestualizzare la portata dell’intervento e gli strumenti messi a disposizione degli utenti crea solo allarmismo e disinformazione. ATERP Calabria continuerà a svolgere il proprio dovere: recuperare risorse dovute all’Ente — e quindi alla collettività — garantendo nel contempo ascolto, assistenza e correzione tempestiva di ogni eventuale errore. La legalità non è mai “selvaggia”: è semplicemente dovuta".
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