La sentenza emessa dal Tribunale di Crotone, che ha condannato due ex dirigenti dell’ente ma ha pronunciato anche cinque assoluzioni, per la vicenda che ruotava intorno alla gestione della piscina comunale, “allo stato degli atti, dà piena ragione dell'opportunità della costituzione di parte civile da parte del Comune di Crotone”.
E’ quanto afferma in una nota il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, all’indomani della conclusione del processo di primo grado che vedeva imputati l’ex sindaco di Crotone Ugo Pugliese, gli ex assessori Salvatore De Luca e Giuseppe Frisenda, i rappresentanti legali del consorzio sportivo Daippo cui l’ente aveva affidato la gestione della piscina comunale, Emilio Ape e Daniele Paonessa, e due dirigenti dell’area tecnica del Comune, Gianfranco De Martino e Giuseppe Germinara; questi ultimi gli unici ad essere condannati, il primo a 4 anni e 10 mesi di reclusione, il secondo a 1 anno e 9 mesi, con le accuse di falso ideologico e peculato distrattivo, reato introdotto di recente nel codice penale che il pubblico ministero aveva contestato a tutti gli imputati al posto dell’abuso ufficio, nei mesi scorsi abolito dal Parlamento. Tra le accuse contestate figurava anche la turbativa d’asta.
Il Tribunale ha comunque assolto gli amministratori da tutti i reati condannando solo i due ex dirigenti oltre che alle pene detentive anche al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale causato al Comune di Crotone. Il processo è scaturito da una indagine della Procura della Repubblica sulla gestione della piscina olimpionica comunale, secondo gli inquirenti affidata al consorzio sportivo Daippo senza alcuna gara d’appalto e soprattutto facendo gravare i costi per le utenze sulle casse pubbliche anziché su quelle del gestore privato. Indagine che nel novembre 2019, quando furono emesse misure cautelari a carico di alcune delle persone coinvolte, portò alle dimissioni del sindaco dell’epoca Ugo Pugliese, con conseguente scioglimento dell’ente la cui gestione fu affidata ad un commissario prefettizio. Le successive elezioni hanno sancito la vittoria di Vincenzo Voce alla guida di una coalizione civica. Proprio a questa circostanza fa riferimento la nota del primo cittadino laddove si afferma che “il dispositivo di sentenza emesso nella giornata di ieri dal Tribunale penale di Crotone in composizione collegiale definisce il primo grado di giudizio di una vicenda che, a prescindere dalle contingenze del caso e dai riflessi di ordine politico, ha inevitabilmente orientato nel 2019 il corso dell'amministrazione cittadina”.
Per Voce “da questa sentenza esce confermata un'ipotesi accusatoria che denunciava l'illegittimità di un sistema ampiamente contestato da questa amministrazione nella nostra costituzione di parte civile e dalla quale abbiamo preso immediatamente le distanze sin dal nostro insediamento, rivedendo integralmente il meccanismo di concessione delle strutture sportive comunali in continuità con l'opera avviata dall'autorità commissariale. In forza del dispositivo – ricorda quindi il sindaco di Crotone - sono stati condannati due ex dirigenti comunali a pene detentive e gli stessi sono stati condannati al risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito dal Comune di Crotone da determinarsi in separata sede, oltre al pagamento delle spese processuali”. Da qui la conferma che “la sentenza, allo stato degli atti, dà piena ragione dell'opportunità della costituzione di parte civile da parte del Comune di Crotone, riconosciuta quale parte lesa ed in quanto tale avente diritto ad essere risarcita del danno subito dalla illegittima gestione del rapporto di concessione della piscina olimpionica cittadina”.
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