di LUIGI STANIZZI
Datore di lavoro e dipendente, per decenni insieme, legati da costante stima reciproca anche molto tempo dopo il pensionamento. Poi la fine, inevitabile. Il Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, Cav. Giuseppe Procopio, ha dato l'estremo saluto al suo storico dipendente Francesco Iannelli, per tutti "mastro Ciccio", falegname, morto a 90 anni, a Sellia Marina. I funerali si sono tenuti nella chiesa Stella Maris, eretta proprio dalla famiglia Procopio.
Da quando il Cav. Giuseppe Procopio ha iniziato a trattare mobili, il falegname ha lavorato con lui per montaggi, riparazioni, trasporto. "Una persona onestissima e stimatissima da tutti", ha detto ad alta voce il Grande Ufficiale Procopio, baciando la bara ai piedi dell'altare, accompagnato dalla moglie Antonietta Ceravolo, nella chiesa gremita da amici e parenti del defunto, fra cui i figli Giovanni, Roberto e Alessandro.
Hanno celebrato i parroci di Sellia Marina Don Giuseppe Cosentino e Don Raffaele Rimotti, e Don Sergio Iacopetta parroco dell'Immacolata di Catanzaro. Il rito è stato animato dal tenore Amerigo Marino. A fine cerimonia il Cavaliere Giuseppe Procopio, di veneranda età, è stato invitato a dare il suo ultimo saluto all'amico ex dipendente per tantissimi anni. "Mastro Ciccio - ha detto fra le lacrime Procopio - era uno dei primi operai.
Mi ha voluto bene, era una persona infinita, educata, rispettosa. Io che giro il mondo ne ho visti pochi come lui. Per affetto, bontà, un grande professionista. Io sono nato a Sellia Marina figlio di un grande calzolaio, i miei nonni tutti dediti al lavoro. Voglio bene a tutti Voi, va aiutato chi ha bisogno, io amo Sellia Marina e faccio cose buone e utili per il mio paese, il paese di Ciccio Iannelli che ricorderò per sempre..."
Grande commozione. Un rapporto di affetto sincero, di vera amicizia, durato una vita, molto al di là di quello contrattuale, lavorativo. Senza barriere inutilmente rigide fra datore di lavoro e dipendente. Mastro Ciccio era un uomo dedito al lavoro e alla famiglia. Mentre il feretro veniva a compagnato fuori, il Grande Ufficiale Giuseppe Procopio e la cara moglie Antonietta Ceravolo si sono seduti, affranti, al banco più vicino alla tomba del loro figlio Prof. Giovanni Procopio, sepolto proprio nella chiesa Stella Maris come concessione straordinaria in onore del papà, un imprenditore illuminato, uomo di fede e di cultura, generoso benefattore e filantropo. In questa chiesa quindi, padre e madre, accanto alle spoglie di Giovanni.
Una sosta consueta per gli anziani, inconsolabili genitori, per salutare con un bacio alla fotografa e con una preghiera l'indimenticabile figlio Giovanni, scomparso improvvisamente a 50 anni; e questa volta le lacrime di dolore per il figlio si sono unite a quelle per mastro Ciccio Iannelli.
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