di IACOPO PARISI
“Ciò che conta per noi nell’opera letteraria è la possibilità di continuare a sfogliarla come un carciofo infinito, scoprendo dimensioni di lettura sempre nuove.” Con queste parole di Italo Calvino, Francesco Mazza apre il dibattito sulla straordinaria complessità dell’autore durante la presentazione del libro "Raccontare Calvino", edito da Rubbettino e curato da Luigi Tassoni, Milly Curcio e Monica Fekete.
L’evento, tenutosi allo spazio Coriolano Paparazzo di Catanzaro, ha coinvolto studenti del Liceo Siciliani ed è stato moderato da Francesco Mazza, che ha condotto il pubblico in un viaggio attraverso le molteplici sfaccettature dell’autore, accompagnato dai curatori Tassoni e Curcio.
Luigi Tassoni, autore del capitolo sulle Città invisibili, ha guidato i presenti nella comprensione di uno degli aspetti centrali dell’opera di Calvino: il rapporto tra visibile e invisibile. “Raccontare Calvino,” ha spiegato, “significa saper amministrare il materiale biografico, ma soprattutto comprendere il linguaggio dell’autore.” Questo rapporto si riflette nelle sue narrazioni, che rendono visibili luoghi e realtà immaginabili solo grazie al racconto. Le opere di Calvino, secondo Tassoni, non si limitano a narrare una storia, ma mostrano anche il processo stesso del narrare, coinvolgendo il lettore in un dialogo continuo.
Milly Curcio ha parlato del capitolo dedicato a Gli amori difficili, sottolineando come Calvino si sia sempre definito uno scrittore di racconti. Nonostante le pressioni editoriali a scrivere romanzi, la sua vera vocazione rimaneva quella di condensare complessità e intensità nella forma breve del racconto. Ha poi evidenziato la capacità di Calvino di ascoltare e restituire attraverso la narrazione ciò che è concreto, anche quando si tratta di elementi apparentemente invisibili o astratti. Questo approccio, che richiede un lettore attento, si traduce in un equilibrio tra semplicità apparente e complessità sottostante.
Tra gli argomenti della serata è stato affrontato anche il tema della temporalità. Tassoni ha sottolineato come, in Calvino, il tempo della lettura non corrisponda a quello misurabile con l’orologio. Leggere un’opera significa immergersi in un tempo diverso, fatto di ritorni, riflessioni e riletture. Questo rapporto fluido con il tempo non solo arricchisce l’esperienza del lettore, ma fornisce anche un modello di gestione del tempo umano, che diventa produttivo e rigenerante. Narrare, in quest’ottica, rappresenta uno spazio di libertà che va oltre il contingente, permettendo di vedere il mondo con occhi nuovi.
Il libro Raccontare Calvino è frutto di un progetto collettivo che ha preso vita durante seminari a Cluj-Napoca, in Transilvania, coinvolgendo studenti e studiosi da tutta Europa. Questo approccio dialogico, in cui non ci sono relazioni preconfezionate, riflette lo spirito calviniano di apertura e condivisione.
La serata si è conclusa con Francesco Mazza che ha letto un testo di Ernesto Ferrero sugli ultimi giorni di vita di Calvino, sottolineandone il candore e l’innocenza rimasti intatti fino alla fine.
Raccontare Calvino non è solo un libro, ma un invito a esplorare, raccontare e persino a mentire, come suggerito dagli ospiti, per svelare le realtà nascoste dietro il visibile. Un omaggio a un autore che continua a ispirare generazioni con la sua inesauribile capacità di stupire e far riflettere.
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