Referendum "Per mio figlio scelgo io", fino al 15 giugno la raccolta firme per la libera scelta delle vaccinazioni pediatriche

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  07 maggio 2025 21:28

Dal 15 marzo al 15 giugno si può firmare nei comuni di residenza per tre quesiti referendari per la libera scelta delle vaccinazioni pediatriche proposti dal comitato “Per mio figlio scelgo io” o procedere tramite spid o CIE attraverso il sito www.permiofiglioscelgoio.it ovvero sempre sul sito www.permiofiglioscelgoio.it si deve verificare la disponibilità di banchetti nella zona di residenza.

I quesiti riguardano l’abolizione dell’obbligo e delle relative sanzioni, l’abolizione della esclusione dai servizi e dalle scuole dell’infanzia dei bambini non vaccinati, l’obbligo da parte delle ASL di dotarsi di dosi monovalenti per consentire alle famiglie di scegliere quali vaccini somministrare ai propri figli e quali evitare.

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Bisogna anzitutto precisare che l’estensione delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10 è stata una scelta esclusivamente politica dovuta all’adesione della Lorenzin alla Global Health Agenda nel 2014, non ad una necessità sanitaria (le vaccinazioni facoltative in Italia coprivano addirittura il 93% dei bambini), tanto più che è ampiamente documentato in letteratura scientifica, da numerosi studi, come certi cocktail vaccinali non siano per nulla esenti da rischi di diversa natura. La Lorenzin impegnò l’Italia nel ruolo di paese capofila delle strategie vaccinali per cui furono introdotte misure drastiche (una sanzione da 100 a 500 euro per ciascuna vaccinazione omessa e l’esclusione dei bambini non vaccinati dalle scuole e dai servizi per l’infanzia) contro chi non sottoponeva il proprio bambino alle dieci vaccinazioni obbligatorie.

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La legge Lorenzin è stata promulgata nel 2017. Ogni tre anni era previsto un monitoraggio sugli esiti dell’estensione delle vaccinazioni obbligatorie da quattro a 10, ma non c’è mai stato. Se mai si potesse dubitare che sulle pratiche vaccinali non vengano effettuati adeguati controlli finalizzati a valutarne i concreti effetti sulla popolazione vaccinata, questa negligenza nell'attuazione del doveroso monitoraggio di cui sopra non fa che confermare questo sospetto e autorizzare, di conseguenza, la richiesta di interrompere, prima possibile, quella che si configura chiaramente come una pura e semplice sperimentazione sui bambini che, come tale, non può e non deve essere imposta obbligatoriamente. Oltretutto solo Italia e Francia in Europa hanno un numero così ampio di vaccinazioni obbligatorie. In Germania, Spagna, nei paesi scandinavi non esiste alcun vaccino obbligatorio. La maggioranza delle vaccinazioni pediatriche è effettuata su malattie, praticamente scomparse (Poliomielite e difterite) o che un neonato difficilmente avrebbe occasione di contrarre (tetano e epatite B) ovvero si tratta di vaccinazioni che non garantiscono l’immunità dalle malattie (pertosse) o che garantiscono una immunità che regredisce col tempo rendendo ancora più alto il rischio di contrarre quelle malattie esantematiche, pressoché innocue se contratte da bambini, ma che contratte da adulti evolvono in forma ben più grave. Non può lasciare indifferenti, in ogni caso, il dato che nel 2021 l’OMS abbia ritenuto di dover cancellare dalla definizione di vaccino la caratteristica che sola poteva giustificarne l’obbligo, vale a dire la capacità di immunizzare ovvero di far sì che il paziente non contragga la malattia per cui è stato vaccinato.

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 La libertà di scelta va perciò garantita nell’ottica che la vaccinazione come tutti i trattamenti sanitari, oltre a non offrire garanzie assolute di recare i benefici decantati, non è esente da rischi di effetti avversi anche gravi; pertanto, non può essere lo stato a decidere il livello di rischio che le famiglie debbano accollarsi, dato che a garantire il rispetto della persona umana, c’è l'art.32 della nostra Costituzione: un danno ad un bambino con un’aspettativa di vita di 100 anni ammesso che sia quantificabile, non è risarcibile.

La vaccinazione coatta e indiscriminata non tiene inoltre conto che non tutti i bambini sono uguali e non tutto ciò che fa bene ad uno, non reca danno ad altri. La personalizzazione della cura, l’applicazione del principio di precauzione devono tornare ad essere le buone pratiche a cui i medici devono ispirarsi, conformemente al giuramento di Ippocrate, senza nessun appello ad una non ben definita “scienza” poiché la medicina non è una scienza esatta, ma empirica e la sua efficacia si misura sulla risposta di ciascun paziente non su postulati teorici.

Gli obblighi imposti nel 2017, tutt'altro che concepiti per la tutela della salute pubblica, si profilano, sostanzialmente, più che altro come un gigantesco assist alle case farmaceutiche, le quali non hanno così la necessità di aggiornare i prodotti, di spendere in pubblicità, fornire garanzie di sicurezza ed efficacia ai pazienti, poiché grazie a contratti ben congegnati hanno commesse annuali miliardarie da parte degli Stati e non rispondono loro degli effetti avversi, ma gli Stati stessi, nei limiti dei fondi messi a bilancio. Il vaccino è diventato un dogma ideologico, difeso dagli ordini dei medici, che interpretano in modo discutibile il loro ruolo di organi sussidiari dello stato ponendo la loro deontologia professionale a servizio della politica, prestandosi a comminare sanzioni pesanti a tutti i medici che non lo promuovano e lo raccomandino.

I quesiti referendari non prevedono di abolire la profilassi vaccinale, bensì prevedono il ripristino della libertà di scelta delle famiglie, senza sanzioni, senza obblighi e senza discriminazioni per i bambini non vaccinati, senza necessità di cocktail che su un sistema immunitario immaturo possono suscitare reazioni non prevedibili e danni irreversibili.

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