“Significative ingerenze della criminalità organizzata nella vita di due Comuni del Vibonese”, con il sostegno elettorale da parte dei clan a due amministrazioni comunali che hanno portato ad una “grave compromissione dell’azione amministrativa”. E’ quanto emerge da un apposito capitolo della relazione annuale della Dia che cita i casi dei Comuni di Stefanaconi e Tropea, il primo commissariato il 29 luglio 2024, il secondo il 23 aprile 2024. La relazione della Dia sottolinea per i due Comuni del Vibonese – sciolti per infiltrazioni mafiose – l’emergere di “legami familiari o rapporti di vicinanza tra membri della locale criminalità organizzata ed esponenti della compagine politica” a Stefanaconi (amministrazione guidata dall’allora sindaco Salvatore Solano, che è stato anche presidente della Provincia di Vibo), mentre e Tropea si è registrato “il sostegno prestato dalle consorterie egemoni sul territorio in favore del sindaco”, Giovanni Macrì e della “sua lista in occasione del turno elettorale del 21 ottobre 2018”. Allo stesso modo, la relazione della Dia rimarca la presenza a Tropea di “un’intricata rete di rapporti e di assidue frequentazioni tra singoli amministratori ed esponenti delle locali consorterie” mafiose (clan La Rosa) e tale stato di cose ha “condizionato l'attività amministrativa in favore di ambienti controindicati”.
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