Restanza come scelta di futuro: Confartigianato Giovani Calabria rilancia il valore del restare

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images Restanza come scelta di futuro: Confartigianato Giovani Calabria rilancia il valore del restare
Da sinistra: Davide Zicchinella, Giusi Crimi, Ivan Muraca, Giulia Zampina, Noemi Spinetti

  18 dicembre 2025 12:16

di IACOPO PARISI

Restare non è un gesto automatico né una scelta scontata. È una decisione consapevole, spesso controcorrente, che implica responsabilità, visione e capacità di trasformare i limiti in opportunità. È questo il messaggio emerso con forza dall’incontro “Restanza: il futuro che scegliamo”, promosso dal Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Calabria e svoltosi nella suggestiva location del Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, che ha messo al centro il tema del restare come leva concreta di sviluppo economico, sociale e culturale.

Dopo l'introduzione di Maria Rita Galati, ad aprire i lavori è stato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Calabria, Ivan Muraca, che ha subito chiarito l’obiettivo dell’iniziativa: superare una visione stereotipata dell’artigianato e restituirgli il ruolo che oggi può e deve avere. "Fare artigianato non passa di moda – ha sottolineato – e l’artigiano non è più la bottega messa in un angolo. È una figura che cresce, innova, dialoga con il mercato globale". In questa prospettiva, restare in Calabria non significa rinunciare alle ambizioni, ma costruirle partendo dal territorio. 

Muraca ha insistito sul valore della rete e della fiducia tra giovani, indicando nella promozione dell’artigianato e nel dialogo costante con le nuove generazioni la strada per creare una speranza concreta. Un impegno che guarda già al futuro, con l’intenzione di rafforzare la presenza nelle scuole e di creare spazi di confronto strutturati per intercettare dubbi, domande e aspettative dei giovani calabresi.

Il quadro di contesto è stato affidato all’analisi di Licia Redolfi, dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Calabria, che ha restituito una fotografia complessa ma non priva di elementi di potenziale. La Calabria, infatti, è penultima in Italia per capacità attrattiva di giovani qualificati, con un saldo negativo del 42%, e figura nelle ultime posizioni dell’Indice Confartigianato Youth Friendly, che misura occupazione, capitale umano, capacità amministrativa e inclusione territoriale. Eppure, i numeri raccontano anche altro: oltre 18 mila imprese gestite da under 35, di cui più di 3.400 artigiane, con un’incidenza sull’artigianato superiore alla media nazionale. Un dato che conferma una forte vocazione imprenditoriale giovanile, soprattutto nei settori legati a food, tradizione, qualità e innovazione.

Su questo filo tra criticità strutturali e potenzialità inespresse si è innestato il confronto - moderato da Giulia Zampina - tra testimonianze, tutte accomunate da una scelta precisa: restare e costruire in Calabria. Davide Zicchinella, sindaco di Simeri Crichi, ha raccontato l’esperienza di un borgo diventato laboratorio di innovazione. Primo smart village d’Italia, con un patrimonio culturale e archeologico diffuso, Simeri Crichi ha dimostrato come anche dall’entroterra sia possibile generare attrattività, puntando su identità, cultura e innovazione. Un percorso tutt’altro che lineare, segnato anche da un paradosso emblematico: "Altri amministratori mi dicevano di andare piano, che stavo facendo troppo", ha raccontato Zicchinella, a dimostrazione di quanto, in certi contesti, l’iperattività amministrativa e la spinta al cambiamento vengano percepite come un’anomalia piuttosto che come una virtù. 

Un’altra declinazione della restanza è arrivata dalla testimonianza di Noemi Spinetti, seguitissima influencer calabrese, che ha raccontato il proprio percorso di andata e ritorno. Dopo aver lasciato la Calabria, l’esperienza fuori le ha permesso di riconoscere il valore di ciò che spesso, restando, si dà per scontato. Il dialetto, le radici, l’identità sono diventati così non un limite, ma un punto di forza da rivendicare e raccontare. Attraverso i social, Spinetti ha trasformato la lingua calabrese in strumento di narrazione culturale, contribuendo a rafforzare un senso di appartenenza condiviso: "In italiano esprimi i concetti, in dialetto esprimi i sentimenti". Una scelta che ha incrociato quella di molti giovani rientrati, protagonisti di un cambio generazionale silenzioso ma significativo.

A chiudere il cerchio è stato l’intervento di Giusi Crimi, amministratore di Entopan Srl SB, che ha portato il punto di vista dell’innovazione d’impresa. Entopan lavora sullo sviluppo di progetti imprenditoriali e startup, adottando un approccio definito di “innovazione armonica”: un modello che va oltre l’innovazione aperta per mettere al centro l’uomo, la comunità e l’impatto sociale. Un’idea che si inserisce perfettamente nel contesto dell’incontro, dove l’innovazione non è fine a se stessa, ma strumento per rafforzare i territori.

Nel complesso, l’iniziativa ha restituito un messaggio chiaro: la restanza non è immobilismo, ma movimento consapevole. È la scelta di chi parte, impara e torna; di chi resta e innova; di chi costruisce reti, cultura e impresa partendo dalle proprie radici. In una regione spesso raccontata solo attraverso le sue fragilità, le testimonianze emerse hanno dimostrato che restare può essere un atto generativo, capace di trasformare i luoghi in opportunità e le comunità in futuro.


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