di IACOPO PARISI
Il restauro rappresenta un momento di riflessione sul valore del patrimonio culturale, un'arte che intreccia conoscenza storica, sensibilità culturale e responsabilità ambientale. "Tutela e Restauro: Metodo e Prassi" è il titolo di un interessante evento svoltosi questa mattina a Palazzo Alemanni che ha riunito esperti, istituzioni e tecnici del settore per confrontarsi su metodologie e prassi di intervento.
L’apertura dell’incontro è stata affidata ai saluti istituzionali di figure di rilievo, tra cui l’architetto Eros Corapi, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Catanzaro. Corapi ha sottolineato il ruolo del restauro nella riconnessione con il passato, evidenziando la necessità di una stretta collaborazione tra istituzioni e professionisti: “Questo luogo è una metafora di ciò che sta accadendo oltre le sue mura: la creazione di una rete di professioni tecniche per la tutela del nostro patrimonio.”
Anche l’architetto Francesco Livadoti, presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Crotone, ha espresso un forte senso di appartenenza al territorio, dichiarando: “Le nostre città sono piene di identità che vanno tutelate e promosse. Il nostro compito è preservare la memoria e riportarla al presente.”
Il vicesindaco Giusy Iemma ha ribadito l'importanza del restauro come strumento di valorizzazione del territorio, sia in termini culturali sia ambientali: “Non si tratta solo di preservare il passato, ma anche di investire sul futuro con responsabilità ambientale.”
L'evento è proseguito con gli interventi tecnici, coordinati dall’architetto Davide Serra. La soprintendente Stefania Argenti ha illustrato le attività della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Crotone e Catanzaro. Attraverso slide e casi pratici, ha presentato il metodo adottato nei progetti recenti: “La tutela è un processo che richiede conoscenza approfondita del contesto. Operiamo in un sistema stratificato, dove ogni intervento deve proteggere e valorizzare il patrimonio per restituirlo alla collettività.”
Tra gli esempi significativi, è stato descritto l’intervento di consolidamento murario a Roccabernarda, realizzato con risorse contenute ma che ha prodotto risultati apprezzabili. Sono stati inoltre presentati i lavori su Palazzo Morelli e sul Castello Carlo V, dove l’attenzione si è concentrata sull’applicazione di metodologie avanzate e sulla gestione delle acque. Un altro caso riguarda il restauro di frammenti di capitelli a Tiriolo, effettuato utilizzando tecniche delicate e materiali innovativi. Infine, la soprintendente ha illustrato il progetto di valorizzazione del frammento bizantino di Santa Maria delle Grazie a Umbriatico, reso accessibile grazie a un moderno sistema di illuminazione e all’uso di QR code.
Il professor Riccardo Dalla Negra, docente di Restauro presso l'Università di Ferrara, ha presentato una relazione dal titolo “Restauro: Architettura per le preesistenze”. Ha tracciato un percorso teorico che spazia dal restauro filologico al restauro critico, evidenziando le sfide poste dal contesto contemporaneo: “La città non è un museo statico, ma un organismo vivente in costante trasformazione.”
A seguire, Andrea Giannantoni, anch'egli docente di Restauro presso l'Università di Ferrara ha discusso l'importanza dell’analisi strutturale nel restauro. Con la relazione “L’interpretazione delle catene cinematiche come metodo per il progetto di consolidamento”, ha descritto un approccio metodologico basato su anamnesi, diagnosi e terapia. “La prevenzione è il vero scopo del restauro: comprendere le dinamiche di collasso per intervenire con efficacia e sicurezza,” ha spiegato.
L’evento ha rappresentato un importante momento di confronto tra istituzioni, professionisti e accademici, evidenziando come il restauro non sia solo un intervento tecnico, ma un atto culturale e sociale. La tutela del patrimonio è un dovere collettivo, che richiede conoscenza, passione e una visione integrata del passato e del futuro.
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