Franco Corbelli, leader del movimento “Diritti Civili”, ha protestato davanti al TAR Calabria all’indomani della sospensione dell’ordinanza di Spirlì e della riapertura in Calabria le scuole di ogni ordine e grado.
10 marzo 2021 14:49di Anna Trapasso
Una protesta silenziosa e composta, la cosidetta protesta “gandhiana”, con in mano il manifesto che riassume in dodici punti fermi le ragioni che impongono la chiusura immediata di tutte le scuole, in Calabria come in tutt’Italia.
E’ questa l’azione di dissenso organizzata questa mattina da Franco Corbelli, leader del movimento “Diritti Civili”, davanti al TAR Calabria. Una protesta che sopraggiunge all’indomani della decisione del TAR di sospendere l’ordinanza di Spirlì e, contestualmente, riaprire in Calabria le scuole di ogni ordine e grado.
“Parlo a nome dei genitori, degli studenti, degli insegnanti, del personale scolastico, che chiede di non essere mandato al massacro nelle scuole che ad oggi rappresentano un focolaio, una polveriera. -ha detto Corbelli- Perché nessun partito ha il coraggio di prendere una posizione netta a favore di questa legittima aspettativa? Se mai dovesse avvenire la disastrosa diffusione del virus nelle scuole, sarà una strage. Chi pagherà per questi ragazzi e bambini contagiati? Questa decisione avrà conseguenze disastrose. Io chiedo semplicemente che si prenda atto di ciò e si intervenga come è dovere in un paese democratico”.
Tra le dodici motivazioni per cui, secondo Corbelli, si rende necessaria e urgente la chiusura di tute le scuole, si legge: “La situazione drammatica in Italia, il Paese europeo oggi più colpito dal virus, con decine di migliaia di contagi e centinaia di morti ogni giorno e con oltre 100mila decessi complessivi ad oggi”. E ancora: “La certezza che la riapertura delle scuole sia tra le cause principali dell’impennata dei contagi come è avvenuto finanche in Israele”, “la contagiosa variante inglese, che colpisce i più giovani, bambini e ragazzi, i focolai che si stanno sviluppando in tutte le scuole, il clima invernale che favorisce la diffusione del virus, specie in ambienti chiusi, la mancanza di aerazione nelle aule e gli assembramenti che comunque vengono a crearsi dentro e fuori scuola”. Dati in mano, Corbelli parla anche di dispositivi di protezione, quali le mascherine attualmente in circolazione, “che non bastano a proteggere dal virus” e le distanze di sicurezza, che a quanto pare per la variante inglese devono essere di 1,5 metri. Inoltre l’inesistenza di un vaccino per l’età da 0 a 18 e la mancata vaccinazione del personale scolastico.
A fronte della richiesta di Corbelli, nessuno del TAR ha accettato di incontrarlo o di affacciarsi in presenza delle telecamere.
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