
“Comando azzerato: rimozione lampo della Dirigente di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Rossano” Nei giorni scorsi è tuonato, nei confronti della Dirigente Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria della casa di reclusione di Rossano (CS), un provvedimento di rimozione dall’incarico con effetto immediato e “senza passare dal via”. Come in una partita a “Monopoli”, sono stati spazzati d’un colpo tutti i risultati investigativi e di contrasto ottenuti grazie alla tenace lotta alla criminalità, organizzata e non, coordinata dalla Dott.ssa Elisabetta Ciambriello nel corso del suo periodo di comando.
L’Organizzazione Sindacale Al.Si.P.Pe. esprime forte preoccupazione e stigmatizza le modalità con cui il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha decretato, nella giornata dello scorso mercoledì 22 ottobre, l’azzeramento del Comando del Reparto di Polizia Penitenziaria del reclusorio rossanese. Il provvedimento, giunto senza alcuna preventiva comunicazione, spiega il Segretario Regionale per la Calabria dott. Roger Durante, appare in aperto contrasto con i principi di imparzialità e buon andamento sanciti dall’art. 97 della Costituzione. L’azione dell’Amministrazione pubblica, ribadisce il sindacalista, non può prescindere dal riconoscimento del diritto ad una corretta informazione e partecipazione al procedimento amministrativo, così come previsto dall’art. 9 della Legge 7 agosto 1990 n. 241 e dalle altre norme in materia di contrattazione nazionale applicabile al personale di Polizia Penitenziaria.
La scelta del DAP, motivata secondo indiscrezioni da una non meglio definita “incompatibilità ambientale”, alimenta un clima di incertezza e sospetto, privo di trasparenza amministrativa e in evidente frizione con le garanzie procedimentali riconosciute dall’ordinamento, inclusa la Legge 395/1990 istitutiva del Corpo di Polizia Penitenziaria. L’adozione di una misura così drastica richiederebbe motivazioni chiare, verificabili e notificate nel rispetto dell’art. 3 della Legge 241/1990. Tutti elementi, sostiene il dott. Roger DURANTE, che non escludono l’opportunità di adozione di un provvedimento in autotutela emesso dall’Amministrazione centrale ai sensi dell’art. 21 nonies, ex Legge 241 del 1990 e s.m.i.
Ancor più sconcerto se si pensa alle dichiarazioni pubbliche rese dalla Comandante in occasione del 208° anniversario del Corpo, nel corso delle quali aveva sottolineato la delicatezza del ruolo istituzionale della Polizia Penitenziaria, spesso dimenticato dall’opinione pubblica nonostante l’impegno quotidiano per la sicurezza collettiva e la tutela dei diritti delle persone recluse. Invocare il rispetto del lavoro svolto negli istituti non può mai costituire motivo di delegittimazione professionale. La trasparenza è cardine anche del corretto esercizio del potere della P.A., per evitare che strumenti eccezionali si trasformino in mezzi di pressione inammissibili.
La Polizia Penitenziaria continua il segretario regionale Al.Si.P.Pe, è colonna essenziale dell’esecuzione penale. Reparti lasciati senza continuità di comando, interventi d’urgenza non motivati, trasferimenti annunciati frettolosamente verso altri istituti (nel caso di specie sembrerebbe la Casa Circondariale di Castrovillari) compromettono gravemente il funzionamento del servizio, l’ordine e la sicurezza, già messi a dura prova da carenze di organico, sovraffollamento e crescente esposizione al rischio operativo.
L’Organizzazione Sindacale Al.Si.P.Pe sollecita il DAP a fornire immediati chiarimenti sull’iter e sulle motivazioni adottate. Inoltre, richiede il ripristino delle corrette relazioni sindacali e l’immediata informazione preventiva nei casi di provvedimenti incidenti sull’assetto dei Reparti. Il Sindacato si riserva ogni più opportuna iniziativa nelle sedi competenti a tutela dei diritti della Dirigente Comandante, inclusa la possibile attivazione dell’art. 28 della Legge 300/1970 qualora emergano condotte antisindacali. Ribadiamo che i diritti e le garanzie del personale devono essere rispettati sempre, soprattutto quando le scelte amministrative incidono sulla loro professionalità e sulla sicurezza di tutta la comunità civile e penitenziaria. Il Corpo di Polizia Penitenziaria ha bisogno di stabilità organizzativa, valorizzazione delle competenze, rispetto della dignità professionale. Ogni decisione assunta al contrario rischia di arrecare un danno gravissimo a chi, ogni giorno, presta servizio “dietro quelle alte mura” al servizio dello Stato".
Lo si legge in una nota di Alleanza Sindacale Polizia Penitenziaria - Calabria Rossano, a firma del Segretario Regionale dott. Roger Durante.
Segui La Nuova Calabria sui social

Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019
Direttore responsabile: Enzo Cosentino
Direttore editoriale: Stefania Papaleo
Redazione centrale: Vico dell'Onda 5
88100 Catanzaro (CZ)
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Sirinfo Srl
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 3508267797