Roccella Ionica, l'arte terapia come strumento in psichiatria

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  27 agosto 2025 08:58

Si è tenuto ieri (o in data 25/8/2025), il terzo dei sei convegni organizzati dalla Life Communication, condotto e moderato dal conduttore Tv Domenico Gareri, nell’ambito del Festival Sociale, finanziato con risorse PAC 2014/ 2020- Az. 6.8.3. dell’Avviso “Attività Culturali 2023” dalla Regione Calabria – Dipartimento Istruzione e Pari Opportunità –Settore Cultura.

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L’ incontro voluto  per la promozione del benessere attraverso le arti terapie è stato introdotto dalla dott.ssa Rossella Scherl, Assessore alla Cultura del Comune di Roccella Ionica, la quale ha accolto favorevolmente l’iniziativa nella splendida sede del Castello Carafa di Roccella Ionica, mettendo in risalto l’importanza di consentire la fruibilità dei luoghi d’arte anche alle persone affette da disabilità, disagio psichico o disturbo psichiatrico, sfruttando il potenziale terapeutico dell'arte e della cultura per promuovere il benessere mentale e fisico, stimolare la crescita personale e facilitare l'inclusione sociale. 

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Il tema dell’evento, “L’arteterapia come strumento in psichiatria”, è stato poi affrontato e discusso da esperti del settore della salute mentale intervenuti a rendere le proprie testimonianze. L’utilizzo dell’arteterapia, come intervento terapeutico-riabilitativo non farmacologico per la gestione del disagio psichico e psichatrico, con l’obiettivo di facilitare nelle persone affette l’autoespressione, l’auto riflessione e la crescita personale nel processo riabilitativo, permettendo loro di rimettere in moto i processi espressivi e riattivare lo sviluppo psico-affettivo, è stato illustrato dalla dott.ssa Rosa Mesiti e dalla dott.ssa Marta Cantarella, entrambe della Coop. Labterapy e consorzio Goel. Una struttura di accoglienza creata per consentire alle persone con disabilità psichiatrica una convivenza, in un ambiente protetto, con l’obiettivo di promuoverne l’autonomia ed il reinserimento sociale nel territorio, attraverso percorsi personalizzati che includono attività educative, terapeutiche e di supporto, in stretta collaborazione con professionisti che si occupano della Salute Mentale. La dott.ssa Mesiti, in particolare, ha espresso al fondata preoccupazione che gli interventi riabilitativi attuati sui pazienti accolti restano poi vanificati al termine dell’esperienza inclusiva nella struttura, a causa della carenza nel territorio regionale di strutture, qualificate nel sistema sanitario SRP.3 o gruppi di convivenza sociale, previste per accogliere pazienti non assistibili nel proprio contesto familiare e con quadri variabili di autosufficienza e di compromissione del funzionamento personale e sociale. La dott.ssa Sonia Patti, arte terapeuta  ha poi illustrato come sia essenziale l’operare attraverso l’arteterapia, nelle sue varie forme di pittura teatro danza musica, per consentire alle persone affette da disturbo psichiatrico di partecipare con tutte le sue dimensioni all’arrivo di un prodotto artistico finale come espressione di sé, emotivamente coinvolgente anche per il pubblico. E come sia importante assumere la responsabilità sociale per i professionisti che operano in questo settore attraverso il processo arteterapeutico.

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Le conclusioni del convegno sono state affidate al Presidente del CASM- Coordinamento delle Associazioni per la Salute Mentale, avv. Rita Ciciarello che ha ricordato che il riconoscimento dell’arteterapia come forma di psicoterapia è dovuta all’illuminata opera del dott. Franco Basaglia che, insieme ad un gruppo di artisti, tra cui Vittorio Basaglia e Giuliano Scabia, creò all’interno dell’ospedale psichiatrico di Trieste, dei laboratori artistici. Avvalendosi del contributo immaginifico dei pazienti allora reclusi fu realizzata, in carta pesta, un’opera che rappresentava un cavallo, alto circa 4 metri e di colore azzurro, come deciso dagli stessi pazienti, che lo vollero di così grandi dimensioni, per poter idealmente contenere all’interno della sua pancia tutti i loro desideri e sogni, rappresentati graficamente e pittoricamente, per portare all'esterno un simbolo visibile e rappresentativo dell'umanità allora "nascosta" e "misconosciuta" all'interno dei manicomi. L’Arteterapia, in seguito alla legge Basaglia, fu introdotta in ambito ospedaliero come strumento terapeutico, inizialmente in riferimento alla musicoterapia, poi di seguito sono state riconosciute anche altre tecniche come disegno, pittura, danza e movimento.

L’Arteterapia non prevede attività riservate alle professioni sanitarie, il termine “terapia” non è inteso in un’accezione strettamente sanitaria, bensì in riferimento alla nozione estensiva di “salute” così come formulata dall’OMS: “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”. Attraverso le varie espressioni dell’Arteterapia “la persona attua un riconoscimento di sé e della propria presenza in grado di lasciare una traccia. Inoltre nel momento in cui le sensazioni si traducono nell’oggetto artistico, avviene un processo di auto-comprensione più profonda”. Da tempo le varie Associazioni o Fondazioni aderenti al CASM operano nel territorio regionale utilizzando le varie forme espressive dell’Arteterapia, tra cui il Teatro Patologico, una realtà operativa portata avanti sia dalla Coop Lab Terapy sia da Ave-Ama ODV, le cui attività hanno bisogno di essere sostenute e fatte conoscere. L’incontro si è concluso con la voce unanime di  tutti i relatori richiamando il dovere di una responsabilità sociale per consentire a tutte le persone affette da disagio psichico o disturbo psichiatrico il raggiungimento di tale stato di benessere.

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