C’è un cavaliere della Repubblica Italiana dietro quella bancarella davanti all’ospedale civile di Crotone. C'è un uomo semplice, timido e riservato che il 4 dicembre del 2018 compì un gesto eroico salvando un medico che aveva appena finito il turno di lavoro da un'aggressione che altrimenti sarebbe stata fatale.
Per quel gesto Mustapha El Aoudi, ambulante marocchino di 44 anni, pochi giorni dopo è stato nominato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma è rimasto come ogni giorno dietro la sua bancarella di cianfrusaglie grazie alla quale riesce a portare a casa 15 o 20 euro al giorno. Aspettando fiducioso che diventasse realtà una delle tante promesse che gli erano state fatte per quell’atto, quella che più di tutte agognava e lo avrebbe reso orgoglioso: diventare cittadino italiano.
Ci sono voluti quattro anni, ma alla fine il suo sogno si è avverato: il 2 dicembre scorso il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deliberato “il conferimento della cittadinanza italiana, per meriti speciali al sig. Mustapha El Aoudi, in considerazione dell’atto eroico di cui si è reso protagonista, intervenendo in difesa di una dottoressa, aggredita all’esterno dell’ospedale presso il quale prestava servizio, consentendo l’arresto dell’aggressore”. E oggi, nel corso di una breve cerimonia, il prefetto di Crotone, Maria Carolina Ippolito, ha consegnato a Mustapha il decreto, appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, firmato dal presidente Mattarella.
“Il gesto, nella dinamica degli eventi che hanno avuto protagonista il neo-cittadino, ha presentato quegli elementi di straordinarietà che lo hanno fatto rientrare tra gli ‘eminenti servizi resi all’Italia’, positivamente considerati dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Interno e riportati nel provvedimento presidenziale” recita una nota dell’ufficio territoriale di governo.
“Quello di diventare italiano - ha aggiunto - era il mio sogno. Questo è il mio paese, ci vivo da quando avevo 10 anni. Sono arrivato a Crotone il 25 ottobre del 1990 ed anche se ho le mie radici in Marocco, io mi sento italiano: qui sono cresciuto, i miei figli vanno a scuola qui. Io vivo e lavoro qui. Mio figlio stamattina mi ha detto: perché piangi? E una cosa bella. Gli ho detto che erano lacrime di gioia perché dopo tutto questo tempo, dopo tanti sacrifici sono diventato italiano”, aveva dichiarato Mustapha quando nel dicembre scorso gli era arrivata la comunicazione dal Quirinale. E stringendo fra le mani una bandiera tricolore. Era il 4 dicembre del 2018 quando Mustapha El Aoudi, che come ogni giorno stava dietro alla sua bancarella davanti all’ospedale San Giovanni di Dio, udì le urla di una donna che chiedeva disperatamente aiuto. La donna, Maria Carmela Calindro, medico in servizio al nosocomio crotonese, era a terra mentre un uomo – poi condannato in via definitiva per l'aggressione – la colpiva con un cacciavite. Mustapha non ci pensò due volte a scagliarsi addosso all’aggressore, riuscendo poi anche a disarmarlo e a bloccarlo. Finché intervennero alcuni poliziotti in borghese che si trovavano sul posto e arrestarono il malvivente.
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