San Pietro Apostolo, l’Associazione Carità e Amore celebra la “Giornata mondiale del malato”

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  14 febbraio 2024 17:31

 Si è celebrata nella Casa di riposo “Carità e Amore” di San Pietro Apostolo la giornata mondiale del malato. Una giornata di festa per gli anziani ospiti, un atteso ritorno, dopo I’interruzione dovuta alla pandemia e al connesso timore dei contagi, impreziosito dalla presenza delle autorità civili e religiose, di una nutrita rappresentanza dell’associazionismo del territorio e della società civile. 

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Tra gli intervenuti, oltre agli operatori e al Direttivo, il parroco Pasqualino Gualtieri, il vicesindaco,  Maurizio Tomaino, che ha portato anche i saluti del sindaco  Raffaele  De Santis, il sindaco di Cicala, Alessandro Falvo, Maria Pia Sasso e l’Associazione New Dance Fitness, Bruno De Santis e l’Associazione “Accademia musicale Sanpietrese”, Rosella Sacco e tutto il coro “Fiore del Carmelo”.

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Nel corso della celebrazione eucaristica, commosso e commovente il ricordo della presidente Rosa Mazza ai “componenti del direttivo che sono ritornati alla casa del Padre: Adalberto Sirianni, Antonio Sirianni, Pierino Tomaino, Raffaele Celli e il nostro vice presidente Antonio  Mazza, alle operatrici, ultima Filomena Rotella e al dottore Piero Mazza”, unito alla memoria di “due grandi figure sempre presenti e vicine all’Associazione ospitante, Gigi Vincelli e Gino De Santis con la sua banda musicale”.

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Nel messaggio di saluto la Presidente Rosa Mazza ha evidenziato che "la prima cura di cui abbiamo bisogno nella malattia e nelle prove dolorose della vita, nelle fragilità, è sentire la compassione, la tenerezza, la vicinanza del fratello. Il tempo della terza e quarta età e della malattia è spesso vissuto nella solitudine, nell’abbandono; regna la cultura dello scarto di cui parla papa Francesco. Dobbiamo guardare, allora, all’icona del buon Samaritano ( Lc.10, 25-37), alla sua capacità di fermarsi e di lenire le ferite del fratello che soffre. Mi rivolgo a tutti voi, cari ammalati – ha aggiunto la presidente Mazza – che portate il peso della malattia e siete in diversi modi uniti al corpo piagato di Gesù sofferente. Tutti siamo fragili e vulnerabili, tutti abbiamo bisogno di quell’attenzione compassionevole che sa fermarsi, tendere una mano, sollevare. La sofferenza fa parte della nostra esperienza umana, ma può diventare disumana se è vissuta nell’abbandono e nell’isolamento. Proprio attraverso  l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio. Qui c’è la Chiesa del Calvario, la Chiesa della sofferenza, la Chiesa della Croce. Per questo celebrare l’eucaristia ricordando la Giornata del malato assume un rilievo tutto particolare. La cronaca quotidiana continua a scrivere storie di guerre che flagellano l’umanità, di sangue, di violenze perpetuate sui più piccoli, sui deboli, definite le terribili malattie sociali. Ma Dio scrive un’altra storia pazientemente intessuta dal colore dell’amore, chi lo riconosce ripercorre un cammino nel generoso servizio al prossimo. Oggi vogliamo sempre di più aprirci alla sofferenza dei fratelli per riconoscere in essi il volto santo di Gesù. Il tempo passato accanto al malato è un tempo santo. L’opera del medico, dell’ infermiere, dell’ operatore non è considerata solo una professione, ma prima di tutto un servizio, una vocazione, una missione. Per tale ragione ­– ha concluso la presidente Mazza – dobbiamo avere sempre presente che chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano”.

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