Un abbraccio corale, denso di affetto e gratitudine, ha avvolto padre Giuseppe Sinopoli in occasione della cerimonia per i suoi 50 anni di sacerdozio, svoltasi nella Sala Consiliare del Complesso Filanda a San Vito sullo Ionio. Un evento sobrio e toccante, promosso con convinzione dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Tino, che ha voluto rendere omaggio non solo al sacerdote, ma all’uomo, allo studioso, al testimone.
È stato proprio il primo cittadino ad aprire la serata, ricordando l’impegno religioso e culturale di padre Giuseppe “figura di riferimento per la nostra comunità, voce autorevole della memoria e della spiritualità calabrese, capace di unire ricerca storica, azione pastorale e senso profondo del servizio”.
A seguire, l’intervento del parroco don Roberto Ghamo, che ha evidenziato la forza evangelica del ministero di padre Giuseppe “sempre vicino agli ultimi, sempre in ascolto del dolore e della speranza della gente”. Don Roberto ha inoltre dato lettura della benedizione apostolica di Papa Francesco, inviata nel mese di febbraio a padre Sinopoli in occasione di questo importante traguardo sacerdotale, un gesto che ha emozionato profondamente i presenti.
La relazione centrale dell’evento è stata affidata al prof. Francesco Pungitore, giornalista e docente, che ha saputo coniugare il racconto personale con una riflessione pubblica sull’opera e la figura di padre Giuseppe. “Padre Giuseppe – ha detto Pungitore – è uno di quegli uomini rari in cui la fede cammina con i piedi scalzi della semplicità, ma sa parlare con la voce colta della memoria, del Vangelo e della poesia. Un artigiano dell’anima, che ricuce il tempo con ago di speranza e filo di bellezza”. Un lungo e appassionato intervento, che ha attraversato la biografia, i ricordi, le pubblicazioni, l’opera pastorale e l’impegno sociale di padre Sinopoli, fino alla recente nomina a Deputato della Deputazione di Storia Patria per la Calabria.
Particolarmente significativi i passaggi dedicati al rapporto umano tra i due: “Io ero un giovane giornalista, lui era il Guardiano del convento di Chiaravalle Centrale. Insieme – lui con la visione, io con la cronaca – abbiamo condiviso anni di sogni, restauri, racconti e spiritualità vissuta. Padre Giuseppe non ha mai separato la preghiera dal fare, né la memoria dalla vita”.
Al termine della manifestazione, due targhe ricordo sono state consegnate a padre Giuseppe. La prima, da parte dell’amministrazione comunale di San Vito, a suggello della gratitudine istituzionale; la seconda, giunta dal Canada, inviata con affetto dalla comunità sanvitese emigrata oltreoceano, a testimonianza di un legame che attraversa tempo e distanza.
Una serata intensa, partecipata, ricca di emozione e memoria, che ha saputo restituire il senso profondo di una vocazione sacerdotale vissuta in pienezza e in ascolto del mondo. Un tributo autentico a un uomo che, da 50 anni, continua a essere presenza viva e luminosa nel cuore della sua terra.
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