di IACOPO PARISI
È un quadro drammatico quello tracciato da Sinistra Italiana sullo stato della sanità in Calabria. A prenderne parola, nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo De Nobili a Catanzaro, sono stati rappresentanti del Coordinamento Provinciale del partito, che hanno lanciato un duro attacco alla gestione regionale targata Roberto Occhiuto, ma anche una forte chiamata alla responsabilità delle istituzioni locali, a partire dal sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita.
“Il sistema è allo sbando – ha affermato il segretario provinciale Francesco Talarico –. I cittadini vivono ogni giorno un disastro: mancano servizi, mancano strumenti, mancano prospettive. La sanità calabrese è entrata in una crisi strutturale che nessuno sembra voler affrontare con serietà. E la Regione, con Occhiuto commissario, ha finora dato solo risposte parziali, talvolta propagandistiche. Il rafforzamento del servizio sanitario pubblico richiede organizzazione, investimenti e un piano chiaro. Nessuna di queste cose è oggi visibile”. Ha poi annunciato che Sinistra Italiana parteciperà con una sua delegazione al sit in di protesta indetto dalla Cgil e da altre associazioni per il 10 maggio prossimo alla Cittadella regionale.
Catanzaro, in particolare, viene indicata come simbolo delle occasioni mancate. La nascita dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Renato Dulbecco, frutto dell’unione tra Mater Domini e Pugliese-Ciaccio, è rimasta incompleta. A denunciarlo è Francesco Citriniti, che ha elencato una serie di gravi inadempienze.
“Non è stato mai realizzato il Pronto Soccorso al Policlinico di Materdomini, come previsto dal protocollo d’intesa. Non è stata attivata la robotica chirurgica, anch’essa inserita negli accordi. Ma la cosa più grave riguarda le cure oncologiche: mancano perfino gli aghi per la chemioterapia. Si tratta di negligenze inaccettabili. I pazienti sono costretti a rimandare o interrompere i trattamenti per banalissime, ma vitali, carenze logistiche. È uno scenario che ha dell’assurdo”.
Citriniti ha inoltre ricordato come, fino a poco tempo fa, i cittadini potessero regolarizzare le impegnative da casa, ricevere i risultati via email, e accedere ai servizi con una certa efficienza. Tutto questo è stato interrotto.
“Ora bisogna fare file lunghissime, recarsi di persona per ogni cosa, nessuno riceve più gli esami digitalmente, e la piattaforma online è bloccata. Vorremmo capire il motivo di questi passi indietro. Perché l’Azienda Dulbecco ha fermato un servizio che funzionava? Le risposte tardano ad arrivare, intanto i disagi aumentano”.
Al centro dell’intervento di Pasquale Puzzonia, ex primario con esperienza da direttore generale di azienda ospedaliera, c’è invece la visione futura del sistema sanitario calabrese. Il rappresentante di Sinistra Italiana ha parlato della necessità di costruire un modello moderno, sostenibile, che parta dai territori e metta al centro il rapporto tra medico e cittadino.
“Parliamo di medicina di prossimità – ha spiegato –. Serve una sanità territoriale, radicata nei quartieri, nei comuni, nelle periferie. Non è sufficiente mandare qualche medico cubano e pensare che il problema sia risolto. È un lavoro di lungo periodo, che richiede programmazione, risorse, personale, e strutture ben integrate”.
In quest’ottica si inserisce la proposta di creare Case di Comunità, veri e propri centri multidisciplinari in cui lavorino medici di base, specialisti, infermieri e tecnici, capaci di rispondere alle esigenze quotidiane dei cittadini.
“Bisogna anche ripensare la rete ospedaliera – ha continuato Puzzonia –. Meglio pochi ospedali, ma grandi, tecnologici, con personale competente, piuttosto che tante strutture piccole e obsolete. Dobbiamo fermare la migrazione sanitaria, che svuota le casse regionali. Per questo proponiamo che i servizi fuori regione vengano rimborsati solo al costo effettivo, con un minimo ricarico, così da disincentivare il turismo medico a fini di lucro”.
Il punto più politico del suo intervento, tuttavia, è stato il richiamo diretto al sindaco Fiorita, massima auorità sanitaria territoriale:
“Serve una presa di posizione chiara. Non possiamo continuare con ambiguità e silenzi. Catanzaro ha il diritto di sapere che tipo di sanità si vuole costruire. Lo dica il sindaco, lo dicano le forze politiche. E soprattutto, lo dicano con un cronoprogramma preciso, perché senza tempi certi, non si costruisce nulla”.
Infine, Gaetano Nanci ha tracciato un quadro economico impietoso. La Calabria, ha spiegato, ha il più alto numero di malati cronici in Italia, ma riceve meno risorse sanitarie. La regione è in piano di rientro da oltre 16 anni, ma senza risultati strutturali.
“I LEA restano bassi, la qualità dell’assistenza è insufficiente e i tagli si sono sempre fatti a discapito dei cittadini. Intanto però i calabresi pagano più ticket, più tasse, e anche un prestito statale con tassi elevati. Ogni anno, la mobilità passiva ci costa circa 300 milioni di euro. Un’emorragia che non si è mai tentato di fermare seriamente”.
Anche Nanci ha evidenziato la necessità di una nuova governance sanitaria, che non si limiti a inseguire l’emergenza ma sappia programmare, costruire, investire in prevenzione e innovazione. In questo senso, ha ricordato l’importanza dei fondi del PNRR, che però – come sottolineato da tutti i relatori – la Regione non ha ancora esplicitato come intenda utilizzare, soprattutto per quanto riguarda Catanzaro.
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