Sanità. Scaramozzino (ANED): "Ristrutturazione rete dialitica sì, centri dialisi privati no"

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"In Calabria dializza un paziente ogni 1.361 cittadini contro media nazionale di 1 ogni 1.200. Tale lusinghiero risultato è merito della professionalità e dell’abnegazione esercitata quotidianamente dal personale operante nei centri dialisi, seppure inseriti in un sistema perverso e negativo cui il commissario ad acta alla sanità calabrese attuale, Niccolò Guido Longo, con la sua inerzia contribuisce a svilire sempre più". Così il Coordinatore nazionale prevenzione ANED, Pasquale Scaramozzino.

  09 settembre 2021 20:21

"In dialisi la Calabria ha un lusinghiero rapporto paziente-popolazione e un ottimale numero di strutture, alcune delle quali però da ammodernare e razionalizzare immediatamente, Vibo Valentia e Cosenza Sant’Annunziata su tutte.

In Calabria (dati 2019 RIDT) dializza un paziente ogni 1.361 cittadini contro media nazionale di 1 ogni 1.200. Tale lusinghiero risultato è merito della professionalità e dell’abnegazione esercitata quotidianamente dal personale operante nei centri dialisi, seppure inseriti in un sistema perverso e negativo cui il commissario ad acta alla sanità calabrese attuale, Niccolò Guido Longo, con la sua inerzia contribuisce a svilire sempre più". Così il Coordinatore nazionale prevenzione ANED, Pasquale Scaramozzino, che continua: 

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"Le condizioni generali delle dialisi – quindi dei pazienti - potrebbero migliorare se l’evanescente commissario Longo si degnasse di intervenire per come segnalato dalla nostra associazione.

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Letti bilancia rotti, apparecchiature malfunzionanti o mancanti peggiorano i lusinghieri parametri e la stessa rete dialitica tanto da favorire tempi insopportabilmente lunghi nella cura e prevenzione delle complicanze. I dializzati sono malati terminali e quando il sistema risulta pernicioso - come questo calabrese - impedisce per questi motivi a coloro che tra i dializzati sono trapiantabili persino di salvare la vita, come successo solo l’altro ieri a nostro storico dirigente.

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Troppo lunghi (anni) sono i tempi di attesa per essere inseriti in lista trapianto e troppo lunga poi è l’attesa per trapianto causa misero procurement organi. A questo proposito invitiamo il silente ed evanescente commissario Longo a indagare quali siano le vere cause dello scarso procurement. Ci sono e sono evitabilissime!

Persistendo nella sua inerzia, il commissario ad acta contribuisce a mantenere l’attuale farraginoso sistema e fa credere a forze esterne che sia possibile avviare altri inutili centri dialisi privati

Con 440 reni artificiali disponibili sul territorio – senza contare l’implementazione in itinere a Cosenza - si possono dializzare circa 1.800 pazienti. Dal registro di dialisi calabrese al 31 dicembre 2019 dializzano 1.430 pazienti. In sostanza, i posti rene artificiali esistenti soddisfano ampiamente le esigenze dei pazienti calabresi, semplicemente va ristrutturata la rete nefrodialitica e progettata la inesistente Prevenzione della Malattia Renale Cronica.

Riteniamo, con questi dati, che la regione Calabria non può minimamente pensare ad outsourcing o accreditamenti per aperture centri privati di dialisi come ci viene chiesto. La pandemia da Covid, la storia e i numeri ufficiali disponibili sconsigliano tale ricorso a esterni e certamente non è interesse dei dializzati perché ove c’è più privato aumentano i pazienti, si evitano le dialisi domiciliari (più fisiologiche e meno costose) e diminuiscono i trapiantandi. I competenti responsabili tengano seriamente conto di questo". 

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