Sanità. Sentenza della Consulta sul Decreto Calabria bis: il commento di Guglielmo Merazzi, presidente del CSV Calabria Centro

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Guglielmo Merazzi, Csv Calabria centro

"Nessuno, almeno fino ad ora, si è posto il problema di cosa abbia significato per i calabresi questo lungo periodo (circa 11 anni) di commissariamento e di quali e quanti disagi si siano dovuti sobbarcare", così Merazzi, presidente del CSV Calabria Centro.

  26 luglio 2021 12:17

di GUGLIELMO MERAZZI*

"Povera Calabria e, soprattutto, poveri calabresi!

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E’ di questi giorni la notizia che la Consulta ha rilevato la parziale incostituzionalità del decreto Calabria bis. Molti esponenti del mondo politico regionale si sono affrettati a dichiarare “io l’avevo detto” o “non si può sottrarre alla regione la potestà programmatoria” e via dicendo. Altri, già pronti a considerare chiusa la fase del commissariamento, pregustano la possibilità di riavere piena competenza con i poteri decisionali su circa i due terzi del bilancio regionale.

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Nessuno, però, si è interrogato sul perché di una dissennata politica sanitaria riservata ai calabresi dall’insipienza e incapacità dello Stato che ha ritenuto sufficiente la nomina di vari commissari, rivelatisi spesso del tutto incompetenti, senza interventi seri e concreti su una struttura davvero inadeguata e insufficiente.

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Nessuno, almeno fino ad ora, si è posto il problema di cosa abbia significato per i calabresi questo lungo periodo (circa 11 anni) di commissariamento e di quali e quanti disagi si siano dovuti sobbarcare. Disagi, spesso al di là di ogni sopportazione, con sacrifici enormi conseguenti alla denegazione di diritti essenziali e alla crescita esponenziale dei costi a carico degli utenti. Nessuno si è posto la domanda di quanti calabresi abbiano perso la vita per carenze o per mancanza di assistenza.

Nessuno, in tutti questi anni, ha affrontato seriamente e in maniera risolutiva il problema degli ospedali chiusi, di servizi sospesi per ferie, della mancanza assoluta di servizi di prevenzione e  della quasi totale assenza della medicina di prossimità e di presidi sanitari sul territorio. Un territorio orograficamente complicato e di per sé fonte e origine di ulteriori disagi, in conseguenza di inesistenti e precarie vie di comunicazione. A chi, quindi, attribuire la responsabilità di cotanto sfascio? Certamente non può non essere rilevata la colpa dell’’intera classe politica o almeno di tutti quelli che si sono avvicendati alla guida del Paese  o alla guida delle istituzioni locali, con le Regioni al primo posto. E non mancano, peraltro, altre responsabilità. Chi, quindi, di tutto questo sarà chiamato a rispondere? Chi dovrà risarcire i danni ad un popolazione vessata, emarginata dal contesto nazionale e privata di fondamentali diritti costituzionali ( si pensi ai Lea)?  Altro che superticket, i calabresi devono essere in primis indennizzati e contestualmente ripagati con l’immediato e radicale cambiamento del Servizio Sanitario Regionale e con il conseguente rilancio di servizi efficienti e massimamente accessibili a tutti!

Tuttavia, di una cosa siamo certi: occorrerà evitare di cadere dalla “brace” del governo nazionale alla “padella” di un’insipiente classe dirigente regionale".

                                                                                                         

                                                                                             *Presidente CSV Calabria Centro

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