"Le ultime vicende accadute sulla sanità in Calabria a danno delle persone per bene che sono la maggiorparte pongono in essere una seria riflessione al riguardo. Innanzitutto, tutto ciò ha fatto immaginare come la sanità in Calabria sia diventato il miglior esempio di come un diritto possa essere trasformato in un favore. Se non conosci qualcuno puoi pure metterti comodo in sala d’attesa, puoi anche morirci in sala d’attesa. E mentre la gente aspetta per mesi per una visita, i reparti chiudono, i medici scappano ma le nomine volano. Sempre gli stessi volti: sempre l’amico di Tizio, il nipote di Caio o il cugino di Sempronio. I medici sono pochi e costretti a turni disumani, ma va bene così: ci sono sempre un paio di forbici pronte a tagliare qualche nastro per un pugno di mi piace su facebook. Noi combatteremo questo sistema clientelare di famiglie che i calabresi per bene non vogliono. Questo sistema che vede in campagna elettorale non dei politici, ma dei signorotti.
Ci hanno convinti che tutto questo sia normale, che non ci siano alternative. Ma no, non è normale . Non è normale che la tua vita dipenda da chi conosci. Non è normale che la sanità pubblica sia diventata il feudo dei governi locali, che l’hanno tolta, pezzo dopo pezzo tra: commissariamenti, una politica sempre più disattenta ai cittadini, e medici trattati come numeri. La salute è un diritto, la sanità pubblica non si tocca. E se difendere tutto ciò significa essere chiamato “ideologico” o “utopista” allora bene così, meglio “ideologico” che complice".
Così Kevin Vescio (Attivista M5S), e Luigi Antonio Stranieri (Coordinatore Provinciale M5S).
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