di PAOLO CRISTOFARO
In Italia sommando le aree costiere a rischio inondazione o allagamento si ottiene una superficie grande quanto la Liguria. A dirlo è il report nazionale sulle spiagge prodotto da Legambiente, che cita i dati raccolti da Enea e Cnr. Tra le aree a rischio mappate - circa 40 in Italia - due sono calabresi: Gioia Tauro e l'area del golfo lametino di Sant'Eufemia.
"Dal 1970 ad oggi i tratti di litorale soggetti ad erosione sono triplicati e oggi ne soffre il 46% delle coste sabbiose, con tendenze molto diverse tra le regioni e picchi di oltre il 60% in Abruzzo, Sicilia e Calabria", scrive Legambiente. "Le cause principali sono da attribuire ai cambiamenti rilevanti introdotti negli ultimi decenni sulle coste dal consumo di suolo, con la costruzione di edifici e di nuove opere infrastrutturali portuali o di opere rigide a difesa dei litorali", continua il report. Preoccupa ciò che potrà verificarsi, nel contesto globale dove i cambiamenti climatici preannunciano un continuo innalzamento del livello del mare, rispetto alle aree a rischio.
Tra le 40 aree mappate da Enea e citate da Legambiente nel rapporto annuale sulle spiagge, troviamo appunto la zona di Gioia Tauro (RC) e l'area del Golfo di Sant'Eufemia (CZ). "Le conseguenze dei cambiamenti climatici previste per le zone costiere includono poi un aumento della frequenza di eventi estremi con conseguenti inondazioni. Tra gli impatti rilevanti è da considerare anche la risalita di acque saline nei fiumi e l'intrusione negli acquiferi costieri, che rendono più difficoltoso il deflusso delle acque verso il mare in caso di eventi estremi", spiega il report. "I danni economici nei prossimi anni rischiano di essere davvero rilevanti. Secondo l'Unione Europea l'impatto sulle coste di questi fenomeni ha provocato danni pari a 7 miliardi di euro all'anno, ma che - si stima - passeranno a 20 miliardi nei prossimi anni, con circa 10 milioni di cittadini europei interessati dal problema e dai danni economici, perché residenti in zone a rischio allagamento", spiegano gli esperti di Legambiente.
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