Satriano, Torre Ravaschiera: "ferMare" le crepe cercando la "quadra" nel recupero

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images Satriano, Torre Ravaschiera: "ferMare" le crepe cercando la "quadra" nel recupero

  09 dicembre 2022 13:29

di GIANPIERO TAVERNITI

Quando esiste una traccia storica, identitaria di un territorio, non bisogna mai abbandonarla, mai perderla, mai farla diventare un ‘anonimo rudere, partecipando passivamente a farla cadere, dietro la più fortificata indifferenza. In Italia esiste una miriade di beni culturali, storici e archeologici, che negli ultimi anni sono stati recuperati, valorizzati e resi fruibili a visitatori, studiosi e turisti, al pari ne esistono una miriade, di proprietà pubblica o privata, che è curata, valorizzata o viene vergognosamente abbandonata.

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Se un edificio pubblico o privato, dopo i cinquant’anni dalla sua costruzione diventa d’interesse storico e la sovrintendenza ai beni culturali se invitata, dovrà intervenire a tutelare, perché una torre del XV secolo, anche se di proprietà privata, esempio la TORRE RAVASCHIERA di Satriano, non si può recuperare, prima che crolli del tutto e prima che le vistose crepe strutturali sulle pareti portanti aumentino in maniera irreparabile?

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La tipologia architettonica del (1500-1730) costruita in bastioni con uno schema quadrangolare e con una base troncopiramidale, ha un coronamento liscio e caditoie. L’evoluzione architettonica delle nuove torri non solo rispondeva ad esigenze di avvistamento ma anche di prima difesa. Nel caso specifico della difesa costiera calabrese, la protezione fu estesa in profondità sul territorio, quindi nelle aree interne, costruendo delle torrette di guardia poste più in alto che tra di loro si potessero vedere e magari comunicare, segnalandosi invasioni e sbarchi provenienti da est.

La Torre Ravaschiera, può essere focalizzata con questa tipologia costruttiva, su base quadrata; è situata nel Comune di Satriano M.na (CZ) nella valle del fiume Ancinale, nell’antichità navigabile ed importante via di collegamento collegamento le Serre Calabre, facilitando in maniera importante il trasporto di legname a valle e aveva funzione di collegamento con gli abitati pedemontani.

Se in questo angolo di Calabria, che comprende i comuni di Satriano, la commerciale Davoli e la pluridecorata blu Soverato, esiste questo bene storico identitario, perché non si cerca concretamente quella sinergia propositiva condivisa, nel recupero di questa torre Ravaschiera, che vista la sua posizione strategica, potrebbe portare un indotto economico creandole attorno attività produttive, ricettive , valorizzative, atte a portare giovamento a tutti? Il vero Peccato, è vederla nel grigione dell’abbandono che la rende una debole fortezza, impoverita di storia identitaria e di forza protettrice come un tempo?

Perché non trovare, la quadra di sinergia, tutelante, tra i tre comuni confinanti, la sovrintendenza e il proprietario, al solo fine di recuperarla, potrebbe essere una nuova traccia storica attrattiva verso i turisti, gli studiosi e un luogo di storia e cultura ,fruibile per i cittadini di Calabria, sarebbe un guadagno per la comunità e anche per chi la possiede che non avendo interessi a risistemarla, potrebbe averla recuperata e metterla a disposizione delle comunità, rimanendo sempre proprietario. Non resta che emulare la base quadra della stessa, nella quadra sinergica da cercare tra le pari, cercando per una volta di trovare la fortezza propositiva della collaborazione nel rilancio di questa terra.

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