"Lo scioglimento del Consiglio Comunale di Tropea ha cancellato, in un solo colpo, lo straordinario successo ottenuto dalla nostra Perla del Tirreno nel 2011 quando venne incoronata il più bel borgo d’Italia. Ho il fondato timore che mediaticamente questa ultima notizia abbia incrinato la reputazione di uno dei luoghi più belli del mondo, un gioiello che in tanti, in Italia e in Europa, ci invidiano. Se si chiede ad una qualsiasi persona, a Milano piuttosto che a Torino o a Roma, a quale località associa la Calabria, avrete una risposta univoca: Tropea.
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Quanto sta accadendo – e mi auguro di non essere eccessivamente pessimista – mi fa riflettere su quanto sia difficile promuovere l’immagine della Calabria turistica. A cosa serve investire tanto denaro per promuovere l’immagine della calabria quando poi basta una notizia di cronaca oppure un atto su cui ancora bisogna fare luce per fare tabula rasa di tutto. Essendo garantista alla massima potenza, attendo di capire le motivazioni alla base del provvedimento del Consiglio dei Ministri.
Io penso che, a prescindere da questa vicenda di cui bisognerà chiarire ogni aspetto, il nome e l’immagine di Tropea devono essere protetti da tutti i calabresi. Lo scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria o quello di Lamezia Terme e soprattutto i dubbi e le strumentalizzazioni politiche che sottengono a tali scioglimenti dovrebbero indurre la nostra classe politica ad una seria riflessione e mettere mano ad una seria riforma dell’attuale legge che finisce per vanificare spesso gli enormi sforzi che si compiono per cancellare pregiudizi o stereotipi che quotidianamente, su media nazionali, dipingono la Calabria come una terra di frontiera, bella, ma da evitare.
Mi pare un controsenso, per esempio, affidare la valutazione delle condizioni di permeabilità criminale a ad anziani funzionari prefettizi senza competenze specifiche che nel migliore dei casi acuiscono le problematiche di comuni con oggettive e difficili condizioni per renderli in pochi mesi trasparenti ed efficienti come tanti comuni del nord Italia. Funzionari che finiscono quasi sempre solo ad rimpinguare le loro posizioni di quiescenza e a peggiorare invece le condizioni di quei settori strategici di tanti comuni sciolti che solo la politica conosce abbastanza per risananare.
E amaro pertanto dover registrare tristemente una realtà che finisce a peggiorare le condizioni generali della nostra terra dove spesso si passa dall’euforia per un grande risultato raggiunto( vedi Tropea)alla delusione o peggio alla rassegnazione che ogni cosa per riscattare l’onore della nostra terra diventa semplicemente inutile".
Lo afferma Domenico Tallini.
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