di TERESA ALOI
Se fossero morti li avrebbero trovati. Del resto quando è morto il primo dei due cigni neri, dopo accurate ricerche, la sua carcassa è stata ritrovata in uno dei tanti anfratti del laghetto Parco della Biodiversità.
Questa volta no. Dell'esemplare acquistato dal presidente onorario del Parco della Biodiversità, Michele Traversa, in occasione della ristrutturazione a luglio scorso dell'area - non c'è traccia. Lo hanno cercato dappertutto: nelle grotte, tra le siepi che circondano il laghetto, tra i papiri. Nulla. Ecco perché si ipotizza che qualcuno lo abbia portato via.
E con il cigno nero sembra volatilizzatasi anche un'anatra mandarina, anche questa acquistata con altre tre coppie dal presidente Traversa nella stessa occasione.
Eppure è difficile "rubare" un cigno. Lo conferma anche Debora Giordano, direttore sanitario del Parco e del Cras - il Centro di recupero animali . Lei i "suoi" animali li conosce bene. Uno ad uno. "Quando ho dovuto prendere uno dei due cigni neri per sottoporlo ad un esame - sottolinea - non è stato per nulla facile". Da qui le perplessità.
Eppure da qualche parte il cigno e l'anatra devono essere.
E sembra non esserci pace al Parco anche sul fronte del vandalismo. Il Parco dei folletti chiude ogni 15 giorni per via di rotture varie: reti, pannelli di caduta. E tanto altro. Persino le palle di vetro che ricoprono le lampade dei lampioni sono state ritrovate nel giardino dei cavalli di erba. Asportate e gettate. Così tanto per fare. Non c'è davvero fine al vandalismo.
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