Sellia Marina, successo per la presentazione del libro "Lettere ad Annarosa" di Giuseppe Candido

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  06 settembre 2025 22:41

Si è svolta venerdì 5 settembre, presso la Sala “Vittorio De Seta” del Consiglio comunale di Sellia Marina, la presentazione del libro di Giuseppe Candido "Lettere ad Annarosa" edito per i tipi di Città del Sole. Alla presentazione, alla quale ha partecipato una folta platea di persone, insieme all’autore hanno partecipato come oratori la giornalista e scrittrice Annarosa Macrì, l’editore Franco Arcidiaco che ha moderato gli interventi, il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Sellia Marina, prof Angelo Gagliardi e il presidente dell’ordine dei giornalisti della Calabria, dottor Giuseppe Soluri.

In rappresentanza dell’amministrazione comunale che ha concesso il patrocinio della manifestazione, era presente il presidente del Consiglio comunale, Avv Palmiro Impera. Il volumetto ricco di tematiche interessanti che vanno dalla scuola all’immigrazione passando per i diritti costituzionali - come è stato sottolineato - è una raccolta di lettere scritte da Giuseppe Candido e pubblicate sul Quotidiano del Sud - L’Altra voce dell’Italia con le risposte della dottoressa Macrì.

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Intervento di Giuseppe Soluri, presidente ordine giornalisti calabria

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Anche il direttore del Quotidiano del Sud, dottor Massimo Razzi che non è potuto intervenire per impegni sopraggiunti, ha però inviato un messaggio nel quale assieme alle motivazioni della sua assenza legata ad impegni col giornale da lui diretto, ha specificato di essere dispiaciuto “di non poter essere alla presentazione di questo prezioso volumetto che contiene - ha scritto - le lettere ad Annarosa di Giuseppe Candido che racconta un fenomeno (ormai strano, forse obsoleto, ma necessario) in cui, attraverso le pagine di un giornale, diverse persone scrivono, pongono temi e problemi, lanciano appelli e anatemi e un’altra (in questo caso la nostra bravissima Annarosa Macri’) risponde, spiega, puntualizza, a volte aizza ma, comunque, aiuta a capire cosa e perché sta succedendo”.

Nel suo messaggio, il direttore Razzi ha aggiunto che “le lettere sono una faccenda a due” per le quali “uno scrive, una risponde” e alcune volte “nascono storie di “amicizia di lettera” ed è quello che è successo tra Giuseppe Candido e Annarosa Macrì: ti scrivo perché ho bisogno di sapere cosa ne pensi, se questo fatto fa incazzare solo me o fa imbestialire anche te” sottolineando che “il senso dello scriversi, dello scambiarsi, attraverso la parola scritta, messaggi, pensieri e riflessioni … nel mondo dei social, la forma “letteraria” della posta, va salvaguardata”.

Intervento della Giornalista e scrittrice Annarosa Macrì 

Ricco di riflessioni sulle lettere di Candido e le risposte della dottoressa Macrì, l’intervento del Dirigente scolastico Angelo Gagliardi che ha definito il libro “un viaggio appassionato tra i temi principali che coinvolgono la società” sottolineando l’alto valore delle tematiche affrontate nella raccolta di lettere e che merita di essere letto attentamente e che sarebbe utile anche per le riflessioni in ambito educativo, negli istituti di istruzione superiori.

In particolare, dopo aver salutato gli ospiti e la dottoressa Macrì definita coautrice di fatto del libro, il dirigente scolastico Angelo Gagliardi, ha spiegato di averlo letto tutto d’un fiato perché la scrittura semplice e lineare lo permette ma di averlo poi voluto rileggere attentamente perché “i temi trattati sono talmente tanti e esposti con dovizia di particolari che meritano una lettura approfondita”.

Intervento del Dirigente scolastico Angelo Gagliardi 

Ha concluso quindi la bellissima serata l’intervento del presidente dei Giornalisti, Giuseppe Soluri che ricordando quando, al momento dell’iscrizione all’ordine dei giornalisti ha conosciuto l’autore, si è soffermato sull’importanza di un giornalismo di qualità che certamente nella forma letteraria pure si ritrova, marcando l’importanza, nei tempi moderni dei social e di un giornalismo orientato dai poteri, di forme di comunicazione libere come quelle che si rinvengono nelle lettere di Candido e nelle risposte della dottoressa Macrì.

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