di SERGIO DRAGONE
Nel week end del 1 e 2 aprile oltre ventimila visitatori sono entrati in più di cento case-museo appartenute a grandi personalità dell’arte, della letteratura, della musica, del cinema e del teatro e sparse in tutte le regioni italiane. Tranne una: la Calabria. Ho cercato invano nell’elenco la Casa della Memoria di Mimmo Rotella, in vico dell’Onda, nella mia Catanzaro.
La lontananza mi impedisce di avere notizie certe e potrei anche sbagliarmi, ma credo che la casa di Mimmo Rotella, uno dei più grandi artisti del Novecento e dell’alba del nuovo Millennio, sia rigorosamente chiusa e non sia stata aperta in occasione di questa Giornata nazionale delle Case-museo. Tra le case aperte gratuitamente nel week end di aprile, figurano – sempre per rimanere nella sfera dell’arte moderna e contemporanea – quelle di Giorgio De Chirico e Giorgio Morandi.
Eppure la Casa della Memoria di Mimmo Rotella, inaugurata nel 2005 con il Maestro ancora in vita, è un luogo carico di fascino. Tra quelle mura, si conserva l’habitat naturale dell’artista, il posto dove la madre, modista, creava eleganti cappelli per le signore della città. Vi sono conservati ricordi, oggetti, documenti, opere d’arte.
Catanzaro non ha evidentemente un buon rapporto con la figura di Mimmo Rotella. Anche il Maestro ammetteva rassegnato che “mi conoscono più a Soho o nel Bronx che a Catanzaro”. La città non riesce, nonostante nobili tentativi e la funzione importante della Fondazione a lui intitolata, a trasformarsi nella “Città di Mimmo Rotella”.
Mi attribuisco, con un po' di immodestia, due episodi positivi di cui sono stato in qualche modo protagonista. Il primo, il più significativo, è il restauro del “murale” del Palazzo delle Poste, su corso Mazzini, che sono riuscito ad ottenere grazie ad un’interlocuzione con l’allora presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, molto sensibile ai temi dell’arte e della cultura. Il secondo è la piccola esposizione di pannelli che rappresentano alcune celebri opere di Rotella nello spicchio di piazza Matteotti che è stata intitolata al Maestro. In quell’occasione fu molto importante il confronto con la Fondazione presieduta dal notaio Rocco Guglielmo, con la direttrice del Rotella Institute Antonella Soldaini e ovviamente con il progettista architetto Franco Zagari. Devo dire di essere stato sostenuto in maniera convinta, in entrambe le occasioni, dal sindaco dell’epoca Sergio Abramo, a cui si deve anche la grande rassegna retrospettiva con cui venne inaugurato il Complesso Monumentale del San Giovanni nel 2001.
Non sono a conoscenza delle iniziative dell’Amministrazione comunale per valorizzare e promuovere la figura di Mimmo Rotella. So che ne ha parlato nelle sue dichiarazioni programmatiche il sindaco Nicola Fiorita e non ho motivo di dubitare che qualche progetto sia allo studio di Palazzo De Nobili e che qualche interlocuzione sia stata aperta con la Fondazione. Mi risulta anche che la casa-museo sia stata aperta saltuariamente in occasione dell’istituzione dell’isola pedonale del sabato pomeriggio. E’ già qualcosa.
Penso che occorra ripartire dalla Casa della Memoria di vico dell’Onda, garantendone l’apertura non occasionale per almeno un giorno alla settimana (come avviene, ad esempio, a Bologna per la casa-museo di Lucio Dalla che può essere visitata su prenotazione solo il venerdì). Non dovrebbero esserci ostacoli insormontabili. Per aprirla basterebbe una convenzione tra Fondazione e Comune, la disponibilità di un’associazione culturale o degli studenti dell’Accademia di belle Arti per i servizi di apertura e visite guidate, uno o due sponsor per coprire le spese di pulizia e utenze. Niente di trascendentale.
Anche questo non basta. Se Catanzaro vuole intercettare una fetta di turismo culturale, va costruito quello che tutti, compreso chi scrive, non siamo riusciti a fare dal giorno in cui il Maestro ci ha lasciati: un grande progetto “Città di Mimmo Rotella”, di respiro internazionale, che leghi Catanzaro alle altre tappe della sua irripetibile vicenda artistica e umana, da Roma a Milano, da Parigi a New York. C’è un po' di tempo, visto che fra tre anni, nel 2026, cadranno i venti anni dalla morte. Ma intanto, riapriamo non occasionalmente la Casa della Memoria.
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