#Seticontrollanonèamore: l'IT "Grimaldi - Pacioli" di Catanzaro incontra il Comitato Pari Opportunità

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  26 novembre 2025 13:37

di GAETANO MARCO GIAIMO

Sono proseguite oggi le iniziative del Comitato Pari Opportunità presso l'Ordine degli Avvocati di Catanzaro dedicate alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che hanno coinvolto direttamente gli studenti dell'Istituto Tecnico Grimaldi - Pacioli: dopo l'importante sit-in tenutosi ieri sera, che ha visto l'illuminazione della facciata del Palazzo della Corte d’Appello di rosso, questa mattina, nella sala convegni dell'Istituto, ha avuto luogo un importante incontro che ha visto testimoni attenti alla tematica della violenza di genere dialogare con i ragazzi. Il Cpo porta così avanti la sua missione all'interno delle scuole di Catanzaro, in stretta collaborazione con gli insegnanti, i magistrati, gli operatori del diritto e i ragazzi che si dimostrano sempre più sensibili a queste problematiche che ogni giorno occupano un posto tristemente di rilievo nella cronaca nera.

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La mattinata è stata aperta dalla Dirigente Scolastica, la dott.ssa Elisabetta Zaccone, che ha ribadito il ruolo dell'istituzione scolastica nella prevenzione, con la sua capacità di educare al rispetto e alle pari opportunità. Ha preso poi la parola Rosalba Viscomi, Presidente del Cpo, che oggi ha moderato gli interventi: "Questa iniziativa nasce dal Consiglio Nazionale Forense di tre anni fa e fa parte del programma #generazionepari, che ho voluto fortemente riproporre". Lucia Secchi Tarugi, Coordinatrice Commissione P.O. Cnf, ha dato il suo contributo in collegamento video: "Sappiamo che a Catanzaro l'avvocatura sta compiendo un grande lavoro per le pari opportunità: oggi questo non è un semplice dibattito ma una conversazione sulla vera natura dell'amore, che quando è vero rispetta il no quanto il sì". Un altro saluto è arrivato da Mariagemma Talerico, vice presidente dell'Ordine degli Avvocati del capoluogo, che ha rimarcato il ruolo di responsabilità sociale dei professionisti forensi verso la tutela dei diritti. Il professore Gaetano Mancuso, che ha coordinato le attività degli studenti assieme alla professoressa Angela Procopio, ha poi introdotto due video realizzati dagli alunni per il 25 novembre. 

"Questa battaglia si può vincere solo con la partecipazione attiva da parte vostra", ha detto a gran voce Donatella Soluri, Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Catanzaro, che ha poi proseguito: "Credo fermamente nel potere della comunicazione e il mio percorso in questo ambiente è partito da una frase, Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Se c'è qualcuno accanto a voi che ha bisogno di aiuto, non rimanete indifferenti". Dopo la proiezione di un altro video, è arrivato il momento più emozionante della giornata: Giulia Scalone, sorella di Loredana Scalone, vittima di femminicidio nel novembre 2020 per mano dell'ex partner che non aveva accettato la fine della loro relazione, ha portato la propria testimonianza. "È bello quando il nostro futuro è qui ad ascoltare queste storie, così potrete venire su meglio di quanto abbiamo fatto noi. Loredana era una donna sorridente, solare, cresciuta con la voglia di amare e ricevere amore. A 52 anni aveva un matrimonio finito alle spalle, con una figlia e una nipote: era una donna libera e indipendente che, dopo la separazione, ha avuto la forza di andare avanti. Nel 2018 conosce Sergio Giana, evidentemente l'uomo sbagliato, ma non poteva saperlo. Dopo una fase di corteggiamento, nella quale lui si dimentica di dire di essere sposato, la sua bugia viene scoperta e i due si lasciano. Nel luglio 2020 lui riappare magicamente e Loredana dice a noi fratelli che andranno a vivere insieme perché ha avviato le pratiche di separazione dalla moglie: peccato che il foglio che aveva consegnato a mia sorella era falso, come accerterà poi il tribunale. Dopo un po' lei ci dà un nuovo numero di telefono, non vuole parlare di lui e dice di essere single: capiamo che vuole andare avanti perché apre nuovi profili social. A settembre 2020 ci incontriamo per l'ultima volta: il 24 novembre la figlia lancia l'allarme perché Loredana non si fa viva dal giorno prima. Si scopre che è stata avvistata per l'ultima volta il giorno prima, alle 13, assieme a Giana. I carabinieri, tramite le telecamere di sorveglianza, scoprono che i due erano entrati assieme nei locali de La Scogliera ma l'uomo ne era uscito in solitudine: confesserà l'omicidio dopo 24 ore, messo alle strette dagli inquirenti. Il suo corpo è stato ritrovato a ridosso tra il 24 e il 25 novembre, scopriamo poi che è stata accoltellata per 28 volte in tutto il corpo, ha provato a difendersi ma Giana le ha sbattuto violentemente la testa contro il terreno prima di soffocarla e occultarne i resti. Lui è stato condannato solamente a 25 anni, che speriamo rimangano tali: il 3 dicembre ci sarà l'udienza in Cassazione. Non ha ricevuto neanche un anno per coltellata, Loredana è stata uccisa due volte da questa sentenza. Tante amiche sapevano, erano a conoscenza dei campanelli d'allarme perché lui la seguiva però nessuna ha detto nulla. Per arginare questo fenomeno, la comunicazione è fondamentale. Se qualcuno mette in discussione la vostra libertà, scappate". Al termine del discorso, l'aula si è alzata in piedi per applaudire, con diversi volti coperti dalle lacrime per la commozione dopo aver sentito una storia talmente forte, condividendo il dolore di Giulia per la perdita di una sorella. 

Due ragazzi hanno dato una vivida interpretazione della confessione di Francesco Lopresti, che nel 2012 uccise la fidanzata ventiduenne, Vanessa Scialfa, dando voce anche ai pensieri della vittima in un dialogo immaginario. Giovanni Fioresta, Vice Presidente del Cpo di Catanzaro, ha fornito un apporto legale, esplicando come si siano evolute negli anni le leggi a tutela della vittima di violenza o persecuzione e gli strumenti che si hanno oggi a disposizione per arginare il fenomeno: "Quando andiamo a fare i processi ci rendiamo conto che ciò che manca è spesso la consapevolezza di ciò che costituisce un abuso, perché spesso la vittima non si rende conto di esserlo. Qualunque cosa limiti la vostra forma di espressione non va bene: anche le violenze che non terminano con un femminicidio hanno effetti devastanti sulle vittime e su eventuali spettatori". L'avvocato Elvira Iaccino, Componente della Commissione formazione ed eventi del Cpo Catanzaro, ha poi avvalorato la tesi dell'avvocato Fioresta portando una testimonianza reale da un processo in corso, narrando la deposizione di una vittima di violenza domestica che è riuscita, col suo coraggio, a ricevere aiuto, ma solo dopo abusi ripetuti: "La vera rivoluzione è uscire dalla logica patriarcale e pensare a un altro punto di vista. Le donne si sono battute per conquistare la libertà e adesso dobbiamo tenercela stretta. Parlate dei vostri problemi perché chi si deve vergognare è il violento, non l'oppressa".

Dopo la lettura del discorso di Gino Cecchettin al funerale della figlia Giulia da parte di uno studente, l'avvocato Viscomi ha tirato le somme del dibattito: "Se ciò che è stato detto oggi vi ha colpito e vi rimane impresso, dialogate con chi avete vicino perché il cambiamento è possibile per migliorare la società futura". Al termine dell'incontro, i ragazzi hanno ricevuto un foglio anonimo sul quale poter scrivere le proprie considerazioni, oltre a un attestato di partecipazione attiva per chi ha contribuito a questa importante due giorni, finalizzata a dire ancora una volta no alla violenza contro le donne e a diffondere la cultura del rispetto e della parità di genere.


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