Sistema Cosenza. Debiti imboscati e il 'signorino' di Roma. Scura e Ferrari 'accusano' Urbani

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Da sinistra Andrea Urbani e Massimo Scura

Le intercettazioni emerse nell'inchiesta sui bilanci falsi dell'Asp di Cosenza. L'ex commissario Scura a colloquio con un dirigente regionale: spuntano riferimenti all'ex sub-commissario Andrea Urbani

  17 maggio 2021 16:46

di GABRIELE RUBINO

Debiti 'imboscati' e accuse ai piani alti, anzi altissimi. Il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, durante la conferenza del 5 febbraio scorso sull'inchiesta 'Sistema Cosenza', che ha scosso la sanità calabrese, aveva già fatto capire che non sarebbe finita lì. E in effetti, anche dopo aver scoperchiato i bilanci falsi dal 2015 al 2017 dell'Azienda sanitaria più grossa della regione, gli indagati hanno continuato a parlare. E sono stati intercettati anche dopo la notizia dell'operazione e delle misure interdittive. Al telefono i finanzieri ascoltano  le conversazioni fra coloro che hanno fatto parte del gotha della sanità regionale, almeno fino a non molto tempo fa. Ad attirare l'attenzione degli investigatori è in particolare una chiamata del 2 marzo fra l'ex commissario ad acta, Massimo Scura ,(per l'ingegnere l'interdizione dei pubblici uffici è stata annullata dal Riesame) e l'ex dirigente del dipartimento regionale Tutela della Salute del settore che si occupa dei Bilanci aziendali, Vincenzo Ferrari (per quest'ultimo invece il Riesame ha deciso una riduzione dell'interdizione da 12 a 9 mesi). I due tirano in ballo Andrea Urbani. Pezzo da novanta del ministero della Salute, direttore generale della Programmazione sanitaria, e dall'ottobre del 2013 fino a luglio del 2017 sub-commissario della sanità calabrese, che prima di andare a Roma lasciò la Calabria non esattamente in sintonia con l'allora commissario Scura.

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"ERA STATO QUELLO LI'. IL SIGNORINO DI ROMA"- Urbani non risulta indagato, come ricorda lo stesso Ferrari al telefono: "Io mi auguro che per una questione di giustizia... che la cosa finisca al Riesame, qualora la cosa dovesse andare avanti io chiamo a testimoniare tutti, anche quelli che ci hanno detto quella cosa, così quel signorino scende da Roma e racconta lui a chi ha convocato e che cosa ha detto, perché qualcuno durante durante le intercettazioni ha detto che la Regione gli aveva detto di tenere il disavanzo non oltre certi livelli e sappiamo bene che non siamo stati nessuno di noi e ci hanno detto soltanto un anno dopo che era stato quello lì". Il "quello lì" a cui si riferisce il dirigente regionale è proprio Urbani "che in questo momento viene a tagliare i nastri negli ospedali (il manager è stato nominato dal Consiglio di Stato commissario ad acta per la riapertura del presidio di Trebisacce, ndr) e che non figura neanche di striscio in questa indagine".  Ferrari con Scura parla del bilancio del 2016 che, come ovvio, si approva nel 2017, proprio nel periodo in cui si è poi formalizzato il passaggio di Urbani da Palazzo Alemanni (sede della struttura commissariale calabrese all'epoca dei fatti) al ministero della Salute.

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IL MARE E MEZZO DI POLVERE SOTTO IL TAPPETO EMERSO DAL BILANCIO 2016. "LA STRUTTURA COMMISSARIALE ERA FORMATA DA DUE PERSONE E SICCOME NON ERO STATO IO ERA STATO L'ALTRO"- Scura e Ferrari ricordano come i conti passano del vaglio del tavolo di verifica interministeriale. Due sono i passaggi chiave: l'analisi del quarto trimestre, il pre-consuntivo, che di solito si fa tra marzo e aprile e il consuntivo vero e proprio che invece si effettua in piena estate. "Avevano imboscato un mare e mezzo di polvere sotto il tappeto", dice Scura ricordando proprio il passaggio dal quarto trimestre al consuntivo del 2016 e della "sottovalutazione" di debiti di cui poi entrambi sostengono di non aver avuto saputo nulla. Ferrari poi spiega "che quando sono arrivate le sopravvenienze di due anni prima ed è stato chiesto alle Aziende perché non erano state rilevato l'anno precedente, qualche Azienda rispose: "Perché qualcuno mi ha detto di fare così'. Quali effetti ha avuto il rispolverare quelle sopravvenienze, lo dice lo stesso Scura:  "Tanto è vero che nel 2016 il bilancio del quarto trimestre aveva una perdita di 59 milioni che a luglio è diventata di 99 milioni perché le Aziende avevano nascosto, chi da una parte chi dall'altra, 40 milioni. Solo il Pugliese Ciaccio aveva imboscato 13 milioni... tant'è che gli ho scritto per avere spiegazioni, da dove sono usciti questi 13 milioni e perché non sono stati tirati fuori prima. La risposta è stata: "perché la struttura commissariale ci aveva detto che potevamo, dovevamo metterli, nasconderli insomma'. La struttura commissariale era formata da due persone e siccome non ero stato io era stato l'altro". 

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DA SISTEMA COSENZA A SISTEMA CALABRIA- Comunque vada a finire l'inchiesta 'Sistema Cosenza', Urbani dal 2017 non soltanto è diventato uno dei più importanti dirigenti del ministero della Salute, ma è anche uno dei 'controllori' della sanità regionale, sedendo appunto ai Tavoli interministeriali sul monitoraggio dell'attuazione del piano di rientro da cui la Calabria sembra essere condannata a non uscire per i troppi "imboscamenti". E forse non avrà tutti i torti l'ex dg dell'Asp di Cosenza Raffaele Mauro quando, in un'intercettazione del 28 febbraio, dice al suo interlocutore: "anche le altre aziende sono nella situazione ma noi non abbiamo interesse a guardare altrove, dobbiamo difenderci le cose nostre ... però è un sistema Calabria". 

LEGGI QUI I DETTAGLI DELL'INCHIESTA SISTEMA COSENZA

LEGGI QUI LE ULTIME DECISIONI DEL RIESAME SULLE MISURE INTERDITTIVE

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