Sistema idrico catanzarese, un "viaggio" tra passato e presente e gli interventi urgenti per superare la crisi

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Rubinetti a secco
  11 agosto 2024 12:58

di ENZO COSENTINO

“La nostra richiesta di stato di emergenza ha come obiettivo la possibilità di ottenere risorse, ma soprattutto, la possibilità di attivare procedure accelerate, ad esempio per il revamping dei pozzi. In questo settore, per troppi anni, gli interventi infrastrutturali necessari a mitigare il rischio di siccità sono stati lasciati nei cassetti. A volte c'è una burocrazia che li rende oggettivamente complicati. La dichiarazione dello stato di emergenza ci consente anche di intervenire sui tempi per affrontare in emergenza un tema che, se le riforme del sistema idrico fossero state fatte vent'anni fa, oggi potremmo affrontare in regime ordinario”. Sono parole del presidente Occhiuto e “fotografano” con apprezzabile realismo una situazione di fatto esistente nella nostra regione. Vent’anni fa! Tanti. Uno studio sia pure limitato alla nostra Città, a suo tempo fu fatto. Se ne rese autore il consigliere circoscrizionale (circoscrizione nord) Franco Maruca, esperto in materia. Facciamo un viaggio virtuale in quelle carte per confrontare le diverse situazioni. Quanto è stato fatto, e come, da ieri ad oggi?

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“Il Comune di Catanzaro è uno dei pochi Comuni che ha una fornitura idrica al di sopra delle esigenze. Arrivano infatti in Città circa 670/680 l/sc per una popolazione al disotto dei 100.000 abitanti.”  E’ azzardato, e quanto, dire oggi che  la crisi idrica della Città è dovuta alle innumerevoli perdite continuamente segnalate?

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Nella “ricerca” di Maruca c’è una risposta: se la rete interna cittadina fosse stata realizzata in modo tale che tutti i serbatoi dislocati lungo il perimetro urbano fossero collegati tra loro, basterebbero i 500/l.sec del solo depuratore di Santa Domenica a garantire una fornitura di 450litri di acqua per ogni cittadino nell’arco delle 24ore.

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All’epoca della ricerca di cui trattiamo erano in attività quattro serbatoi: Madonna dei Coeli, quello dei Capuccini, il serbatoio Ospedaliero di Piterà e di Fossato Serralta. A questi serbatoi il prezioso liquido arrivava, separatamente, dai serbatoi del Guerriccio, del Passante, del Corace e del Sansinato.

Dal Serbatoio di via Madonna dei Coeli parte una condotta a parte per alimentare l’Ospedale Civile e i Vigili del Fuoco. Un'altra condotta alimenta il tratto compreso  tra Piazza Stadio sino alla ex Cassa di Risparmio in Via Indipendenza, San Leonardo, Cimitero, via Schipani e via De Riso.

Dal Serbatoio dei Capuccini partono invece tre condotte. Due attraversano via Mario Greco, una nei pressi di Villa Serena. La Condotta di via Mario Greco alimenta Via Turco, gli edifici nei pressi dell’AZ e una parte di Viale De filippis.

Il serbatoio Ospedaliero di Piterà fu costruito per servire le esigenze degli Ospedali e delle Cliniche a nord del Capoluogo. Sarebbe interessante sapere se tale serbatoio è mai entrato in funzione e se nel sistema di oggi lo è ancora.”

La situazione relativa a Fossato Serralta viene così descritta:

“Le vasche sono state predisposte con l’installazione di una seconda pompa per raddoppiare la portata d’acqua per il depuratore di Santa Domenica. Ne beneficerebbero i serbatoi di Via Madonna dei Coeli e Capuccini con particolare riferimento alla utenza di Via Mario Greco e di tutto il centro storico.

La pompa in questione fu realizzata ma all’epoca non messa in funzione sembra per un contenzioso tra ditta esecutrice dei lavori e l’Amministrazione.” Oggi quale è la situazione? Altra “curiosità” che meriterebbe una risposta.

Questo è un veloce ma circostanziato “viaggio” a ritroso nel tempo per avere un quadro di come Catanzaro avrebbe affrontato la problematica della fornitura di acqua.

Tante altre le situazioni di criticità descritte che dimostrano come sin dall’allora fosse indispensabile mettere mano ad una revisione tecnicamente funzionale ai bisogni della comunità catanzarese.

Il quadro di oggi a Catanzaro quale  è? Quali i veri malanni che rendono problematica la distribuzione di acqua.

Cosi come interessante è stata la lettura della studio-ricerca di Maruca altrettanto interessante può essere anche per i cittadini del Capoluogo conoscere il quadro aggiornato ad oggi.

 

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