
Un nuovo ritrovamento arricchisce le segnalazioni naturalistiche sulla costa ionica calabrese: oggi, al largo di Soverato, a circa 40 m di profondità, alcuni pescatori hanno catturato un esemplare di pesce scorpione, il terzo avvistato lungo la costa nell’ultimo mese (gli altri 2 erano stati ritrovati a Isola Capo Rizzuto e Catanzaro).
L’animale, riconoscibile per le sue caratteristiche spine dorsali potenzialmente velenose, è stato recuperato in sicurezza e immediatamente consegnato alla biologa Stefania Giglio del Centro Recupero di Montepaone, che si occuperà delle analisi di routine per verificarne provenienza e condizioni.
Un fenomeno monitorato, senza allarmi
Gli avvistamenti ripetuti hanno attirato l’attenzione degli addetti ai lavori, ma gli esperti invitano alla prudenza nelle interpretazioni: la presenza del pesce scorpione, spiegano, non è di per sé indice di un pericolo imminente o di un cambiamento repentino dell’ecosistema. Al contrario, questi episodi rappresentano l’occasione per ampliare i dati scientifici sullo stato della fauna marina locale e sulla sua eventuale vulnerabilità rispetto alla presenza sempre più massiccia di specie aliene.
Il ruolo dei pescatori della costa ionica
Determinante si è rivelata, ancora una volta, la collaborazione dei pescatori del territorio, che hanno segnalato tempestivamente l’animale, mostrando particolare attenzione alla tutela del mare.
Grazie alla loro esperienza diretta e alla crescente sensibilità verso i temi ambientali, favorita anche dalle diffuse attività di informazione e divulgazione su tali argomenti svolte dal GAL della Pesca “Calabria Jonica” in tutto il territorio, i pescatori coinvolti hanno agito con responsabilità, consapevoli dei rischi legati a questo tipo di pesci ma anche dell’importanza di non abbatterli indiscriminatamente, ma di tentare di recuperarli vivi al fine di trasferirli presso strutture competenti per essere analizzati in modo approfondito.
Questo susseguirsi di eventi mette in luce il ruolo cruciale dei pescatori della costa ionica come sentinelle ambientali: l’attenzione costante alla biodiversità marina ha permesso non solo il recupero sicuro degli esemplari, ma anche la corretta segnalazione alle autorità competenti. Un esempio virtuoso di sensibilità ecologica, in cui l’attività economica coesiste con la tutela dell’ambiente marino.
Le analisi del Centro di Montepaone
Il CRTAM di Montepaone, che da molti anni ha un’area dedicata allo studio delle specie aliene, collabora con numerosi centri di ricerca nazionali occupandosi di monitoraggio e reperimento degli esemplari segnalati e rinvenuti in tutto il territorio regionale. In particolare, in questo caso i dati verranno condivisi con il Dipartimento di Scienze Biologiche dell’Università di Catania, centro di eccellenza per lo studio delle specie aliene nel Mediterraneo attraverso un progetto specifico (Alien Fish) coordinato dal ricercatore Francesco Tiralongo.
Una collaborazione che valorizza il territorio
L’episodio, spiegano gli operatori del settore, mette in evidenza l’importanza della sinergia tra comunità di pescatori, centri di recupero e istituzioni. Un modello di cooperazione che permette di gestire con serenità e competenza ogni avvistamento, trasformandolo da possibile fonte di preoccupazione a opportunità di ricerca.
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