Sport e antirazzismo, Corbelli (Diritti Civili): "Perché difendo Acerbi e auspico una sentenza giusta"

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Franco Corbelli (Movimento Diritti Civili)

"Solidarietà a Jesus ma no alla gogna mediatica contro il calciatore dell’Inter. Tutti scatenati contro di lui. Colpevole a prescindere, ancor prima di una sentenza (attesa in queste ore) e di una prova inconfutabile. E se fosse stato solo un brutto equivoco?”

  26 marzo 2024 15:42

Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, noto per la sua lunga storia di non violento, antirazzista e garantista, esprime solidarietà a Juan Jesus e difende Francesco Acerbi, “perché - afferma, in una nota - oggetto, quest’ultimo, per la vicenda dei presunti insulti razzisti, di una violenta aggressione mediatica, colpevole e condannato a prescindere, ancor prima di una sentenza (attesa in queste ore) e di una prova inconfutabile”.
Corbelli avanza il dubbio e pone la domanda: “e se quanto accaduto, durante la partita Inter Napoli, tra Jesus e Acerbi, fosse, come credo, solo un maledetto equivoco, che confermerebbe l’assoluta buonafede di entrambi i protagonisti? Per questo auspico e mi auguro che ci sia una sentenza giusta, non influenzata dalla inammissibile campagna di odio scatenatasi contro Acerbi. Credo di essere legittimato e al di sopra di ogni sospetto per fare questo intervento garantista. Non c’è nemmeno bisogno di premettere e ricordare la mia ferma condanna per ogni forma di razzismo e violenza. Parla, per questo, la mia lunga storia ultratrentennale, di non violento, antirazzista e garantista, sempre a difesa dei diritti civili e umani, accanto e a salvaguardia delle persone offese, discriminate e oppresse e dei popoli poveri del mondo.  Ed è proprio in coerenza con il mio impegno civile, libertario, garantista e umanitario che oggi insieme alla solidarietà al calciatore Jesus voglio esprimere anche la mia vicinanza ad Acerbi, oggetto di una vera e propria criminalizzazione e gogna mediatica inaccettabile, trattato alla stregua di un razzista, senza che ancora si sia espressa la giustizia sportiva e sia emersa una prova certa per le gravi accuse che gli sono state rivolte dal calciatore del Napoli. Ecco perché ritengo questo processo sommario ad Acerbi una cosa aberrante, indegna di un Paese civile e di uno Stato di diritto. La domanda che pongo, ripeto, è questa: e se fosse stato tutto un maledetto equivoco, una frase infelice di Acerbi, male interpretata? Possibile che nessuno dell’esercito di giustizialisti che si è scatenato contro Acerbi  non sia quantomeno sfiorato da questo dubbio? Tutti colpevolisti a prescindere, ancora prima che il giudice si pronunci. Che razza di giustizia è questa? E il garantismo, che deve sempre valere per tutti, si può brutalmente cancellare solo per Acerbi, giocatore da tutti apprezzato dentro e fuori il campo? Nessuno che abbia minimamente tenuto conto neppure della dolorosa esperienza che Acerbi ha vissuto, lottando e sconfiggendo un tumore e ritornando a giocare da campione, qual è. Un esempio, il suo, per tutti, un insegnamento e una speranza che anche di fronte alle avversità più terribili , come una brutta malattia, bisogna sempre lottare e non arrendersi mai.
Ecco perché, pur non essendo tifoso dell’Inter, ma della Roma,  la mia squadra del cuore, ho sempre apprezzato Acerbi e oggi lo difendo in modo convinto, confidando che possa, nelle sedi preposte, dimostrare la sua innocenza che, ribadisco, non smentisce assolutamente la versione di Jesus ma riduce lo spiacevole episodio ad un brutto equivoco. Questo è il mio augurio e la mia speranza. Il razzismo che bisogna combattere e per il quale bisogna sempre indignarsi è quello violento, voluto e reiterato delle solite frange di teppisti non certo quello di una frase sbagliata di un calciatore e campione esemplare come Acerbi, che naturalmente se si accerterà che ha espresso, e nel modo grave denunciato, quelle frasi offensive contro il calciatore del Napoli pagherà, nel rispetto della legge, dei regolamenti e della dignità e storia della persona, il suo conto alla giustizia sportiva”.
 

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