Stabilizzazione Tis, Lo Schiavo: "Si metta la parola fine a questa odiosa forma di precariato di Stato"

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Antonio Lo Schiavo
  06 giugno 2025 17:52

"La Giunta regionale adotti misure urgenti per la stabilizzazione dei Tirocinanti di inclusione sociale. I comuni calabresi, da soli, non possono garantire un dignitoso futuro occupazionale ad un bacino che, com’è noto, conta migliaia di lavoratori. Le risorse economiche ci sono, Occhiuto dimostri di voler davvero mettere la parola fine a questa odiosa forma di precariato di Stato". A dirlo, in un comunicato stampa, è il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti.

Lo Schiavo ricorda che "negli enti pubblici calabresi sono attualmente impiegate 3.758 unità lavorative afferenti al bacino dei Tirocinanti di inclusione sociale che, negli anni, hanno contribuito in maniera significativa al funzionamento quotidiano di tali amministrazioni, pur senza alcun riconoscimento contrattuale pieno. Da quando ha istituito i Tis, la Regione Calabria ha sempre coperto per intero, con fondi propri o statali, la relativa spesa. Per l’anno 2025, in assenza dei fondi statali, la stessa Regione Calabria, con nota del 16 maggio, ha sollecitato tutti gli Enti che utilizzano i Tis a procedere alla loro stabilizzazione, prevedendo il riconoscimento all’Ente di un contributo economico per ciascun lavoratore stabilizzato under 60, pari a 40mila euro spalmati su quattro annualità, mentre i lavoratori che hanno superato i 60 anni avranno riconosciuto un assegno di inclusione sociale fino al raggiungimento dell’età pensionabile".

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"I Tis da stabilizzare sono quindi circa 2.880, - spiega - ma sono ancora troppo pochi gli Enti locali che hanno manifestato la volontà di assumerli, scoraggiati anche dal fatto che, in caso di stabilizzazione con monte ore settimanale inferiore a 18, il contributo erogato dalla Regione Calabria si ridurrebbe ulteriormente. Bene ha fatto la Cgil Calabria, consapevole delle difficoltà finanziarie vissute dai Comuni, a chiedere di distribuire il bacino del precariato anche su altri enti regionali o subregionali. Inoltre, sempre la Cgil Calabria ha stimato che, per coprire un’intera annualità lavorativa per tutti i tirocinanti coinvolti, servirebbero circa 70 milioni di euro. Somme che potrebbe essere la stessa Regione a recuperare, fornendo così quel decisivo supporto alla stabilizzazione dei lavoratori e ottemperando a quello che si configura come un dovere istituzionale e sociale per sottrarli al rischio disoccupazione".

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"Si tratterebbe di allocare tali somme, recuperate dai risultati di amministrazione e da altri fondi di bilancio destinati al potenziamento delle politiche attive del lavoro e alle amministrazioni locali, sul programma di spesa destinato alla ‘realizzazione di misure innovative e sperimentali di tutela dell’occupazione e di politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga”, nello specifico individuando misure di stabilizzazione dei Tis. Gli strumenti ci sono, dunque - conclude Lo Schiavo -, è ora una questione di volontà politica e di dimostrare che si può davvero intervenire per risolvere questa annosa vicenda".

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