Staglianò (garante per i diritti degli animali): "Il racconto di una sera difficile a Catanzaro"

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  22 dicembre 2025 09:59

"Quando la tutela degli animali si perde tra le competenze: il racconto di una sera difficile a Catanzaro. Nella serata di ieri mi sono trovato nell’impossibilità concreta di esercitare il mio ruolo di Garante per i diritti degli animali del Comune di Catanzaro, non per mancanza di segnalazioni o di elementi, ma per l’assenza di un intervento da parte delle forze dell’ordine, nonostante la prospettazione di ipotesi di reato previste dal codice penale", scrive il Dott. Ivano Staglianò - Garante per i diritti degli animali del comune di Catanzaro.

"A fronte di una situazione segnalata come urgente, - prosegue - ho contattato il numero di emergenza, interloquendo sia con la Polizia di Stato che con l’Arma dei Carabinieri, cercando di individuare il canale corretto per un intervento immediato. La Polizia di Stato mi ha riferito che l’intervento non rientrava nella propria competenza territoriale rispetto alla zona interessata. Successivamente, contattando i Carabinieri tramite il 112, mi è stato inizialmente indicato di rivolgermi alla stazione territorialmente competente, quella prossima al Municipio di Catanzaro, poiché — mi è stato detto — il numero unico di emergenza non si occuperebbe di questo tipo di situazioni".

"Nel corso della stessa interlocuzione mi è stato anche riferito sarebbero potuti intervenire soltanto in presenza di una querela e che vi erano “altre priorità” da gestire. Ho quindi contattato la stazione indicata, - spiega- dalla quale però mi è stato comunicato l’esatto contrario: ovvero che la competenza sarebbe stata del 112 – pronto intervento. In questo continuo rimpallo di competenze, nessun intervento è stato attivato. Eppure, nel corso delle telefonate avevo chiaramente rappresentato la possibile sussistenza di due ipotesi di reato: – l’art. 544-ter del codice penale, relativo al maltrattamento di animali, fattispecie per la quale è prevista anche la procedibilità d’ufficio; – l’art. 727 del codice penale, relativo alla detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di sofferenza. Anch'esso procedibile d'ufficio".

"La Polizia Municipale, già informata nella giornata di sabato, aveva correttamente chiarito che un eventuale intervento sarebbe stato possibile non prima di lunedì, in assenza di reperibilità nel fine settimana. Tuttavia, proprio per questo motivo, avevo ritenuto necessario coinvolgere le forze dell’ordine statali, nella convinzione che la presenza di ipotesi di reato imponesse quantomeno una valutazione immediata. Ciò che resta, al termine di questa sera, è una constatazione amara: il Garante per i diritti degli animali non è stato messo nelle condizioni di esercitare il proprio ruolo, non per eccesso di zelo, ma per l’assenza di una risposta coordinata da parte degli organi chiamati a intervenire. Non si tratta di polemica, né di ricerca di responsabilità individuali. Si tratta, piuttosto, di porre una domanda pubblica e legittima: cosa accade quando una possibile situazione di sofferenza animale emerge di sera o nel fine settimana? E soprattutto: chi interviene, e con quali tempi, quando la tutela degli animali incrocia il tema delle competenze e delle priorità operative? Raccontare quanto accaduto è un atto di trasparenza verso i cittadini e verso chi, ogni giorno, si aspetta che le istituzioni — tutte — riescano a parlare tra loro, soprattutto quando in gioco ci sono la legalità e il rispetto della vita".


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