Talerico: "Falcomatà contro il Ponte: spese legali sproporzionate e rischio grave condanna"

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  14 gennaio 2025 09:21

di ANTONELLO TALERICO*

La battaglia del sindaco Falcomatà di Reggio Calabria contro il Ponte sullo Stretto è una scelta scellerata che rischia di gravare pesantemente sulle casse comunali, specie in caso di soccombenza e condanna alle spese di lite, come probabile. Difatti, dopo l’adeguamento del progetto definitivo, avvenuto nel febbraio 2024 in ottemperanza a quanto prescritto dal secondo comma dell’art. 3 del decreto legge n 35/2023, gli ulteriori procedimenti istruttori e valutativi previsti dai commi 4, 5, 6 e 7 del citato art. 3 sono ancora in corso e non si è ancora giunti all’approvazione del progetto definitivo da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, approvazione che, ai sensi del comma 8, “sostituisce ogni altra autorizzazione, approvazione e parere comunque denominato e consente la realizzazione e, per gli insediamenti produttivi strategici, l’esercizio di tutte le opere, prestazioni e attività previste nel progetto approvato”.
 
È allora di tutta evidenza quanto sia prematura e inammissibile l’iniziativa giudiziale degli odierni ricorrenti che espone il Comune al pagamento di somme ingenti in caso di condanna alle spese di lite, ed il cui unico intento è quello di ricercare una visibilità persa da tempo, nella pura esaltazione di quel populismo tipico di quella parte di centrosinistra che consapevole del proprio insuccesso attiva azioni di distrazione di massa.
Ecco perché fare causa potrebbe rivelarsi anche un grave errore non solo politico ma anche tecnico.
Anche lo stesso affidamento dell’incarico ad un legale di fuori regione lascia assai perplessi.
Questa scelta non solo rappresenta un insulto all’avvocatura calabrese, che vanta professionisti di alto livello, ma evidenzia una gestione poco accorta delle risorse pubbliche, ed anzi in caso di condanna per lite temeraria potrebbe comportare un vero e proprio danno erariale.
 
A ciò si aggiunga che addirittura è stata prevista  una parcella di circa 80.000,00 euro, fuori da ogni parametro forense attualmente in vigore. Difatti, pur applicando i valori massimi (MA CON GLI ENTI PUBBLICI I VALORI MASSIMI NON SI APPLICANO MAI!) dello scaglione per le cause di valore indeterminabile e di particolare importanza (vista la natura del contenzioso) l’importo comunque non avrebbe potuto superare la somma pari a circa 50.000,00. Se poi si considera che nella maggior parte dei casi, gli enti pubblici corrispondono ai legali compensi basati su tariffe medie (o minime) anche ridotte fino al 50%, la parcella non avrebbe potuto superare nel caso di specie l’importo di circa 30.000,00 euro (valore medio senza alcuna riduzione).
 
Ed allora perché è stato previsto un compenso così esorbitante, nonostante i bilanci dei Comuni siano in rosso? Si tratta di una spesa che graverà come un macigno sulle casse comunali di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, sottraendo risorse fondamentali per servizi essenziali e per interventi di manutenzione stradale ed urbana, già altamente compromessi e ridotti. Una vicenda che comunque dietro il paravento della tutela del territorio, rischia di danneggiare gravemente la Calabria anche sul piano infrastrutturale che su quello economico, poiché impedisce anche l’opportunità e le prospettive di sviluppare la rete stradale e ferroviaria (alta velocità), per le stesse logiche che ispirano tali battaglie perse in partenza.
 
*Consigliere Regionale Forza Italia
Consigliere Nazionale Forense (già Presidente Ordine Distrettuale Avvocati Catanzaro)

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