Un gruppo di genitori ha deciso di rompere il silenzio e denunciare pubblicamente quella che definiscono una situazione surreale e gravissima, che coinvolge i loro figli e l’ASP di Serra Spiga (Cosenza), dove venivano effettuate terapie logopediche per bambini con disturbi del linguaggio.
Dopo lunghi periodi in lista d’attesa – in alcuni casi anche oltre i due anni – le famiglie erano finalmente riuscite ad accedere al tanto atteso percorso terapeutico, grazie all’assunzione di nuovo personale specializzato. Ma la speranza e il sollievo sono durati poco.
“Senza alcun preavviso, dall’oggi al domani, ci è stato comunicato che le logopediste Dott.ssa Pisano e Dott.ssa Scalise sarebbero state trasferite presso la sede di Rogliano per far fronte a una situazione di emergenza lì. Il risultato? I nostri figli sono stati sospesi dalla terapia, senza una comunicazione scritta, senza una spiegazione formale, senza alcuna tutela”, raccontano i genitori.
Una decisione, secondo quanto riferito dagli operatori, “presa dall’alto” e per la quale – denunciano le famiglie – non è stato possibile ottenere alcun documento ufficiale che giustifichi l’interruzione del servizio.
I genitori hanno provato più volte a parlare con i dirigenti del distretto sanitario di via degli Stadi, ma ogni tentativo di ottenere un incontro si è rivelato inutile. “Ci è stato detto di inviare un’e-mail per prendere un appuntamento urgente con il direttore, ma a distanza di giorni nessuno ci ha ancora contattati. È un muro di gomma”, affermano esasperati.
“Parliamo di diritti fondamentali negati a bambini che avevano già iniziato un percorso terapeutico necessario per il loro sviluppo. Non si tratta di un favore, ma di un servizio pubblico essenziale. E invece, da un giorno all’altro, ci siamo ritrovati con nulla in mano, e i nostri figli senza cura”, continuano.
Le famiglie coinvolte annunciano battaglia legale: “Siamo già in contatto con diversi avvocati. Questo è un abuso di potere. Non possiamo accettare che venga gestita con questa superficialità la salute dei nostri figli. Non ci fermeremo finché non verrà fatta chiarezza, e i diritti dei bambini non saranno ripristinati”.
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