Terremoto, sull'evacuazione l'invito al buon senso. E spunta l'ipotesi "accelerometro" nelle scuole

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  25 marzo 2025 12:26

di ANNA TRAPASSO

Il vero problema sotteso allo sciame sismico di scarsa entità che scuote il Catanzarese da circa una settimana è di origine sociale. Se l'entità delle scosse, di fatto, si mantiene così bassa, seppur persistente, il problema evidenziato dagli esperti non è altro che la psicosi collettiva, quell'aspetto psicologico che induce genitori ansiosi a scappare a prendere i propri figli subito dopo l'evacuazione da scuola, o chiunque altri a diffondere sui social gravissime fakenews, che poi inevitabilmente vengono condivise migliaia di volte sui "gruppi delle mamme" di Whatsapp, seminando il panico.

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Questo è, in breve, quanto emerso questa mattina nell'incontro promosso dal Dipartimento regionale di Protezione Civile con i dirigenti scolastici della provincia di Catanzaro, per un confronto sullo sciame sismico in atto. Presenti rappresentanti della Prefettura, dei Vigili del Fuoco ed il Prof. La Rocca, direttore del laboratorio sismico della UNICAL.

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Se lo sciame sismico si attesta su questi attuali parametri, stante comunque la situazione non omogenea degli edifici (scolastici e non), non c'è da avere paura. Nessun danno è stato finora registrato, inoltre non occorre (sebbene sia comprensibile l'alta responsabilità dei dirigenti scolastici sulla vita di migliaia di studenti) fare continue evacuazioni e rientri in struttura, movimenti che non fanno altro che alimentare il caos e, paradossalmente, i rischi che si corrono. 

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Tra le varie istanze di dirigenti, ingegneri addetti ala sicurezza e docenti presenti all'incontro odierno, spunta, su tutte, l'ipotesi "accelerometro". Sul buon esempio dell'Istituto Einaudi di Lamezia Terme, che in maniera lungimirante lo ha installato già da qualche tempo, questo potrebbe essere il migliore strumento per omogeneizzare i parametri (nell'istituto Lametino, a esempio, è tarato a 4.5) e dare il via all'evacuazione solo quando necessario. 

Si tratta, infatti, di un sensore sismico (peraltro dai costi molto contenuti) tarato su una scossa determinata sulla scorta della vulnerabilità sismica dell'immobile, che fa partire un allarme (diverso da ogni altro allarme) e dà luogo all'inizio della procedura di evacuazione. 

A Lamezia, ad esempio, l'Istituto Einaudi non è stato evacuato stante la scarsa entità delle scosse, di gran lunga inferiori al 4.5 su cui l'apparecchio è tarato. 

Questo eviterebbe anche il continuo riversarsi nelle aree di attesa che, si sa, nelle nostre città non sono poi così ampie e sgombere da ulteriori e prospicenti pericoli. 

Di qui, dunque, l'invito a mantenere la calma, ad utilizzare il buon senso, a rispettare le regole durante il sisma, quelle che impongono di non scappare, non percorrere scalinate, ripararsi sotto travi, tavoli e scrivanie.

Sulla richiesta di alcuni dirigenti (7, a Catanzaro) di voler installare le tende nei punti di ritrovo in caso di evacuazione con maltempo, la ProCiv spiega che è un'ipotesi irrealizzabile in quanto una singola tenda può contenere fino a 6 persone, quindi si tratterebbe di migliaia di tende. "La nostra era una provocazione", spiega la dirigente capofila dell'iniziativa, che come altri colleghi si è trovata a dover fronteggiare l'allarmismo, oltre che l'allarme.

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