"Abbiamo portato con convinzione la nostra piena solidarietà alle manifestazioni organizzate a Catanzaro dai lavoratori del teatro e da quelli dello spettacolo in generale. Un gesto doveroso, sentito e non formale nei confronti di donne e uomini che, con la medesima dignità che accompagna tutto il mondo del lavoro, contribuiscono a soddisfare un bisogno primario della collettività: la cultura".
Cambiavento condivide la denuncia "che vede il settore discriminato rispetto ad altri comparti; non certo per alimentare guerre tra poveri che apparirebbero risibili e prive di senso ma perché è oggettivamente incontrovertibile che lo spettacolo, oltre a dare lavoro agli operatori e risposte alla domanda di cultura, ha intorno a sé un indotto che è anch’esso economia. È chiaro quindi che siamo di fronte a un problema che non può tollerare ulteriormente né sottovalutazioni né soluzioni tampone che, quando funzionano e non è detto che funzionino sempre, servono solo ad abbassare momentaneamente la febbre mentre il malato muore. Così come non è tollerabile che a godere del giusto livello di attenzione da parte del Governo siano stati fin qui solo i soggetti più “forti”.
"La realtà di Catanzaro, da questo punto di vista, è emblematica. Il comparto della cultura è tra i più vivaci; in nel tempo ha dimostrato intraprendenza, voglia di fare, di rinnovarsi, di scommettere. Coltiva e alimenta una tradizione antica, che continua a regalare al pubblico intrattenimento di qualità ma anche formazione per le giovani generazioni. Ma se si escludono i cosiddetti grandi eventi, il cui prestigio è ovviamente fuori discussione, tutto il resto è garantito dalle piccole realtà che con caparbietà e sacrificio tengono viva quella stessa tradizione che è parte integrante della nostra identità cittadina. Oggi avvertiamo il peso enorme e insopportabile della loro assenza. Certo, rivedere le luci accese dei teatri, le persone che gli si sono strette intorno, è stata una boccata di ossigeno, un soffio di vita, ma solo momentaneo. Perché in realtà quel soffio di vita si è rivelato molto presto per quello che in realtà è: un accorato grido di aiuto".
"Per questo Cambiavento ha voluto essere a fianco di quelle donne e di quegli uomini in piazza e per strada. Per unire la sua voce a quelle di chi chiede soluzioni efficaci, sicure e soprattutto strutturali affinché la cultura possa ripartire. I suoi spazi sono stati i primi a chiudere e se anche riaprissero oggi, sarebbero gli ultimi a farlo. Sarebbe comunque un risultato, “il” risultato. Per questo non bisogna mollare la presa".
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