Delle due "lupare bianche" sulle quali hanno fatto luce i carabinieri, che questa mattina hanno notificato tre ordinanze di custodia cautelare ad altrettante persone identificate a distanza di 22 anni (LEGGI QUI), hanno parlato diffusamente alcuni collaboratori di giustizia le cui dichiarazioni sono state poi adeguatamente riscontrate.
Per gli omicidi di Andrea Sacchetti e Salvatore Di Cicco, scomparsi nel nulla, rispettivamente, il 6 febbraio ed il 1° settembre del 2001, i provvedimenti restrittivi sono stati notificati a Rocco Azzaro, di 69 anni, di Corigliano Rossano, Giuseppe Nicastri e Giuseppe Spagnolo, di 74 e 54 anni, entrambi di Cirò. Spagnolo era già detenuto nel carcere di Saluzzo (Cuneo), mentre Azzaro e Nicastri erano liberi. Sono tutti accusati di omicidio con le aggravanti mafiose e della premeditazione e di occultamento di cadavere.
Per quanto riguarda l'omicidio di Salvatore Di Cicco, avvenuto nelle campagne di Crucoli, nel crotonese, a parlarne sono i due collaboratori di giustizia Ciro Nigro, che ha partecipato all’uccisione, e Nicola Acri, che aveva partecipato, invece, all’organizzazione dell’omicidio insieme a Giuseppe Spagnolo e Rocco Azzaro. L’omicidio, eseguito l’1 settembre nella stessa data della scomparsa, fu deciso perché, hanno spiegato i due collaboratori, De Cicco sarebbe stato un confidente delle forze dell’ordine ed avrebbe messo in pericolo anche esponenti della cosca di Cirò. Per questo Di Cicco, appartenente alla ndrangheta cassanese, sarebbe stato attirato in una trappola da Ciro Nigro e Eduardo Pepe (defunto).
Nigro ha raccontato alla Dda i particolari dell’omicidio iniziando dal viaggio verso Cirò per una compravendita di armi. Il viaggio, però, si fermò sul lungomare di Torretta di Crucoli dove Di Cicco venne consegnato a Giuseppe Spagnolo e Giuseppe Nicastri i quali, insieme ad altre persone allo stato sconosciute, lo portarono in una zona di campagna tra Crucoli e Cariati nei pressi di fiume Nicà. Secondo il pentito Nigro, che racconta di essere stato presente alla scena, a sparare sarebbe stato Spagnolo prima con una calibro 7.65, che si era inceppata, e poi con una calibro 38. Il corpo sarebbe stato poi nascosto nell’azienda di Nicastri. La scomparsa ed il successivo assassinio a Rossano, nel Cosentino, di Andrea Sacchetti, sarebbero invece da ricondurre al controllo del traffico di sostanze stupefacenti. L’omicidio fu messo in atto, anche in questo caso, lo stesso giorno della scomparsa, all’interno di un’azienda agricola , in cui la vittima fu portata con una scusa. Anche Sacchetti fu assassinato con colpi di arma da fuoco ed il suo corpo fatto sparire.
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