Trame.11, Lombardo: "Le mafie vogliono influire sulla tenuta democratica di un Paese". Gratteri: "Il caso dei netturbini uccisi a Lamezia poteva essere risolto"

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images Trame.11, Lombardo: "Le mafie vogliono influire sulla tenuta democratica di un Paese". Gratteri: "Il caso dei netturbini uccisi a Lamezia poteva essere risolto"

  25 giugno 2022 12:27

Prosegue a Lamezia Terme Trame.11 Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto alla Procura Antimafia di Reggio Calabria dialoga con Giovanni Tizian, giornalista e direttore artistico di Trame.Festival.

"Il titolo dell’evento è evocativo -  sottolinea il moderatore -  perché silenzi e indifferenza sono temi centrali per comprendere a che punto siamo e quanto ancora ci sia da fare".  "Si parte dal 1992; allora esisteva una percezione distorta della Calabria e della ‘ndrangheta"  afferma Lombardo, nato e cresciuto nella Locride: non si trattava di un gruppo di straccioni e disperati in un territorio problematico ma già di un laboratorio criminale evoluto.  La forza della componente ‘ndranghetista è, per Lombardo," l’essere riuscita a nascondere la sua vera natura e le sue connivenze con altre rappresentanze sociali, imprenditoriali, politiche, istituzionali. È lì che bisogna arrivare, alle componenti più nascoste che celano reti apicali, per  riconoscere il fenomeno nel momento in cui si presenta con caratteristiche diverse da quelle che finora ci hanno raccontato”, sostiene.
 
Un esempio delle ramificazioni pervasive e a lungo celate della criminalità organizzata siciliana e calabrese è rappresentato, per il procuratore, dalla Lombardia che già nei primi anni ’70 era nota come il quarto mandamento. ‘Ndrangheta e Cosa Nostra, insieme alle mafie minori, formavano un consorzio definito dai collaboratori di giustizia “Cosa Unica”, composta da tutti i territori dove si fosse insediata la criminalità organizzata: dove si riscontrava un elemento criminale, vi si poteva identificare anche l’altro in una sorta di convergenza operativa. Lombardo sottolinea quindi l’importanza di informare correttamente, a partire dall’eliminazione della distorsione mediatica rispetto all’obbligo di investigazione, costituzionalmente sancito, che spetta al PM e al lavoro della magistratura per la ricerca della verità. “Bisogna stabilizzare le regole del gioco per assicurare la tenuta del sistema democratico. Il vero obiettivo dei sistemi mafiosi evoluti non è infatti l’arricchimento fine a sé stesso ma l’individuazione di un potere reale che possa influire sulla tenuta democratica di un Paese”. Per Lombardo bisogna, quindi, da parte della magistratura, lavorare con metodo scientifico perché l’impegno di oggi possa servire a chi verrà domani, in un gioco di squadra oltre gli individualismi. È lo spirito che ha guidato il Pool Antimafia di Palermo e che è essenziale per assicurare i colpevoli alla giustizia.

 
 
Nicola Gratteri sul palco di trame11: "Il caso dei netturbini uccisi a Lamezia poteva essere risolto"
“La mafia a Lamezia era una mafia di serie A. Vi è stata una sottovalutazione, si combatteva la mafia a mani nude con un commissariato di quattro gatti. La mafia qui aveva un delirio di onnipotenza. Anche sulla vicenda dei netturbini ho letto le carte ed ho provato rabbia perché si poteva risolvere, c'è stata una congiuntura di eventi ma speriamo che si possa fare qualcosa. Spesso noi incontriamo collaboratori di giustizia dai quali cerchiamo sempre di sapere. Vi posso dire di non abbattervi: su Lamezia abbiamo fatto tante operazioni e ne faremo ancora". Si è espresso così il Procurato di Catanzaro Nicola Gratteri intervenuto sul palco di Trame.11, sollecitato dal giornalista Arcangelo Badolati a proposito della  vicenda giudiziaria legata all’attentato di ndrangheta in cui persero la vita due innocenti lavoratori lametini nel 1991, Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano. Un caso irrisolto che, a distanza di oltre tre decenni, pesa sul presente di una città come Lamezia ancora sotto lo scacco dei clan.
 
 
 
 
Trame.11: oggi Saviano, Ciconte e Padellaro
La quarta giornata di festival vede tra i protagonisti il giornalista e scrittore Roberto Saviano che sul palco di Trame.11 presenterà, per la prima volta in Calabria, “Solo è il coraggio. Giovanni Falcone”, un romanzo sul coraggio e la solitudine del magistrato simbolo della lotta alla mafia osteggiato in vita e osannato da morto.
 
Lo scrittore e politico Enzo Ciconte dialogherà con il giornalista Angelo Caponetto del suo ultimo libro, “Classi pericolose. Una storia sociale della povertà dall’età moderna ad oggi” (Laterza) per l’incontro “Povertà e disuguaglianze, le armi delle mafie”. 
Antonio Padellaro ricostruirà, insieme alla giornalista Angela Iantosca, il fallito attentato allo Stadio Olimpico di Roma del gennaio 1994 con il suo “La strage e il miracolo. 23 gennaio 1994 Stadio Olimpico” (PaperFirst).
 
Infine, la panoramica narrata e cantata “Il corpo da’ mafia” di Nino Racco.
 
Nelle giornate di oggi e domani  Trame Festival pone l’attenzione sulla valorizzazione del patrimonio culturale con un incontro su Archeologia tra tutela e memoria al Museo archeologico Lametino con la direttrice Simona Bruni, il funzionario archeologo Alfredo Ruga e il direttore del Museo di Rosarno Marco Scaravilli. Gli appuntamenti saranno seguiti dalla narrazione guidata a cura di Stefania Mancuso.

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