"Il binomio università ed utilizzazione di aree urbane dismesse costituisce un dibattito che va avanti da illo tempore e sul quale si sono avvicendati i discorsi e le opinioni di tanti esponenti del mondo politico e sociale. Questo perché l’università è sicuramente un anello di congiunzione fondamentale nel processo di qualificazione e recupero di una parte del territorio urbano che spesso è degradato, abbandonato o non trova una sua adeguata destinazione. In questa prospettiva, l’ipotesi di spostare l’Università della Magna Graecia presso il parco romani, un edificio nella zona est di Catanzaro, ormai in disuso da decenni, appare, a mio avviso, una soluzione molto positiva che ben si connette al concetto di valorizzazione del territorio e sviluppo del sistema economico e sociale a livello locale. Viviamo in un periodo in cui sembra mancare una visione del futuro che possa contribuire e garantire il raggiungimento di nuovi traguardi e nuove prospettive".
A scriverlo è Luca De Nardo, coordinatore cittadino di Gioventù Nazionale Catanzaro.
"È proprio in questo contesto che l’Università assume il suo ruolo di protagonista non solo per la sua abilità nel creare e trasmettere il sapere aiutando tanti giovani a diventare la nuova generazione di professionisti competenti e qualificati ma anche per la sua capacità di trasformare il volto di un’area urbana dove abbandono e squallore hanno determinato il fallimento economico e sociale di quella parte della città che, diversamente, avrebbe potuto costituire un elemento di valorizzazione del territorio e non di depauperizzazione come purtroppo si è verificato nel corso degli anni".
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