di RITA TULELLI
Negli ultimi anni, il fenomeno delle gang giovanili ha assunto un ruolo sempre più rilevante nelle dinamiche sociali e criminali di molte città. Si tratta di gruppi organizzati di giovani, spesso provenienti da contesti difficili, che si aggregano per trovare protezione, appartenenza e status sociale. Tuttavia, la loro esistenza ha un impatto significativo sulla sicurezza pubblica, sull’educazione e sull’economia locale. Diverse ricerche hanno dimostrato che le principali cause che spingono i giovani a unirsi alle gang sono la povertà, la mancanza di opportunità educative e lavorative, la disgregazione familiare e il desiderio di riconoscimento. In molti quartieri svantaggiati, le gang diventano una sorta di famiglia alternativa che offre protezione e senso di appartenenza a giovani che si sentono esclusi dalla società.
La presenza di gang giovanili contribuisce a un aumento della criminalità, soprattutto in termini di spaccio di droga, furti, rapine e atti di violenza. Il controllo territoriale esercitato da queste bande genera un clima di insicurezza che incide negativamente sulla qualità della vita dei cittadini. Inoltre, il coinvolgimento in attività illecite espone i giovani membri a un rischio elevato di arresto, detenzione o morte prematura. Le gang influenzano anche il sistema educativo: molti giovani affiliati abbandonano la scuola e si dedicano a traffici illeciti, rendendo più difficile la loro integrazione nel mondo del lavoro. Questo circolo vizioso perpetua la marginalizzazione sociale e rende più complesso il recupero di questi giovani. Le comunità colpite dalla presenza di gang subiscono gravi ripercussioni economiche. L'insicurezza riduce gli investimenti commerciali e immobiliari, con un conseguente declino delle attività economiche locali. Inoltre, i costi per la sicurezza pubblica e il sistema giudiziario aumentano considerevolmente, gravando sulle casse dello Stato.
Affrontare il problema delle gang giovanili richiede un approccio multidimensionale. Investire in programmi educativi, fornire opportunità lavorative e rafforzare i servizi sociali può offrire ai giovani alternative valide alla vita criminale. Inoltre, il coinvolgimento delle famiglie e delle scuole è essenziale per individuare precocemente i segnali di rischio e intervenire prima che i ragazzi si uniscano a queste organizzazioni. Alcuni paesi hanno sperimentato con successo programmi di reintegrazione sociale per ex membri delle gang, offrendo loro una seconda possibilità attraverso formazione professionale e supporto psicologico. Solo un lavoro sinergico tra istituzioni, comunità e forze dell’ordine può arginare questo fenomeno e restituire ai giovani un futuro libero dalla criminalità. Le gang giovanili rappresentano una sfida complessa per la società, con ripercussioni su sicurezza, economia e coesione sociale. La soluzione non risiede solo nell’azione repressiva, ma soprattutto nella prevenzione e nel recupero dei giovani a rischio. Creare opportunità e alternative concrete è la chiave per contrastare questo fenomeno e costruire comunità più sicure e inclusive.
*Avvocato
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