di RITA TULELLI
Nell'era dei social media e della connettività permanente, la vita privata si intreccia sempre più con la dimensione pubblica. Un fenomeno emergente che caratterizza questa sovrapposizione è l'oversharing: la tendenza a condividere online dettagli intimi, personali o privati in maniera eccessiva. Ma cosa spinge le persone a rivelare tanto di sé e quali sono le implicazioni psicologiche, sociali e legali di questo comportamento?
Il termine "oversharing" deriva dall'inglese e significa letteralmente "condividere troppo". Si manifesta quando una persona pubblica sui social media o in altri spazi pubblici informazioni che normalmente rimarrebbero riservate, come problemi familiari, difficoltà relazionali, questioni finanziarie o dettagli sulla propria salute fisica e mentale.
Non si tratta solo di giovani che postano foto su Instagram o TikTok, ma anche di adulti che usano piattaforme come Facebook, LinkedIn o Twitter per sfogarsi su eventi personali. La distinzione tra intimità e pubblico sembra sfumare, con il rischio di esporre sestessi a critiche, giudizi e conseguenze a lungo termine.
Ma perché si tende a condividere tanto? Gli esperti in psicologia identificano diverse ragioni dietro l'oversharing:
Ricerca di validazione sociale: Ogni "mi piace", commento o condivisione genera una sensazione di accettazione, alimentando il bisogno di sentirsi ascoltati e compresi.
Solitudine e alienazione: In un mondo dove le relazioni reali sono spesso superficiali, molte persone cercano conforto nella comunità digitale.
Narrazione personale: Pubblicare la propria vita permette di costruire una narrativa che può apparire più interessante o drammatica, aumentando l'attenzione degli altri.
Assenza di confini: Non sempre gli utenti riflettono sulle implicazioni a lungo termine di ciò che condividono, complice l'immediatezza delle piattaforme digitali.
L'oversharing non è privo di conseguenze. Esporre dettagli intimi può sembrare liberatorio, ma ha diverse implicazioni negative:
Perdita di privacy: Una volta che un contenuto è online, diventa difficile controllarne la diffusione. Dettagli personali possono essere utilizzati contro chi li ha condivisi, sia a livello personale che professionale.
Cyberbullismo e critiche: Gli utenti dei social non sempre reagiscono con empatia. Molte volte, chi condivide viene giudicato, deriso o attaccato verbalmente.
Impatto sulle relazioni: L’oversharing può mettere in imbarazzo amici, familiari o partner coinvolti nelle storie raccontate pubblicamente, deteriorando rapporti personali.
Conseguenze legali o professionali: Informazioni inappropriate possono compromettere opportunità lavorative o portare a situazioni legali, come diffamazione o violazione di contratti di riservatezza.
Le piattaforme digitali giocano un ruolo centrale nell’alimentare l’oversharing. Gli algoritmi premiano i contenuti più emozionali o personali, amplificando la visibilità di post che generano coinvolgimento. Ciò incentiva gli utenti a condividere dettagli sempre più intimi per ottenere attenzione e interazione.
Inoltre, i "ricordi" che social come Facebook ripropongono ogni anno possono riportare alla luce vecchi post imbarazzanti, ricordando agli utenti che tutto ciò che è condiviso online può riemergere anche a distanza di anni.
Per evitare di cadere nella trappola dell’oversharing, è importante adottare alcune strategie:
Riflettere prima di postare: Chiedersi "Questo contenuto è davvero necessario?" o "Come mi sentirei se qualcuno usasse queste informazioni contro di me?".
Limitare il pubblico dei post: Utilizzare le impostazioni di privacy per condividere certi contenuti solo con un pubblico ristretto.
Evitare l’impulsività: Spesso i post eccessivamente personali vengono scritti in momenti di stress o vulnerabilità. Aspettare qualche ora prima di pubblicare può evitare decisioni affrettate.
Separare la vita personale dal digitale: Trovare spazi sicuri offline dove sfogarsi, come amici fidati, terapeuti o diari privati, può ridurre il bisogno di esprimersi pubblicamente.
L’oversharing è un fenomeno figlio del nostro tempo, in cui i confini tra vita pubblica e privata si stanno dissolvendo. Tuttavia, come dimostrano le sue implicazioni, condividere in modo eccessivo può essere controproducente. È essenziale che individui e società sviluppino una maggiore consapevolezza digitale, imparando a proteggere la propria intimità in un mondo sempre più connesso.
La domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi è: "Sto condividendo per me stesso o per gli altri?". La risposta potrebbe essere la chiave per un uso più sano e consapevole dei social media.
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