di RITA TULELLI
L’adolescenza è un periodo di cambiamenti rapidi, sia fisici che psicologici. In questa fase possono comparire comportamenti difficili da interpretare: ribellione, isolamento, conflitti con la famiglia e con i pari. Tuttavia, in alcuni casi, queste manifestazioni possono costituire i primi segnali di tendenze antisociali, cioè azioni persistenti che violano le regole, i diritti degli altri o le norme sociali. Saperli riconoscere precocemente è fondamentale per intervenire in tempo e prevenire sviluppi più gravi. Per comportamento antisociale non si intende semplicemente “fare il contrario di ciò che ci si aspetta”. Si tratta piuttosto di atteggiamenti e azioni ripetute che possono includere aggressività, vandalismo, truffe, furti, bullismo o violazioni sistematiche delle regole. Se occasionali trasgressioni fanno parte del processo di crescita, un pattern stabile e progressivo rappresenta invece un campanello d’allarme. I segnali precoci possono manifestarsi in diversi modi. L’aumento dell’aggressività, con litigi frequenti e reazioni sproporzionate, è uno dei più evidenti. Spesso si accompagna a una scarsa capacità di provare senso di colpa o rimorso quando si fa del male agli altri o si violano le regole. Alcuni adolescenti possono iniziare a mentire o rubare in modo sistematico, non più come piccoli “esperimenti” ma come comportamenti abituali. Altri mostrano una tendenza al bullismo e alla prevaricazione, sia di persona sia online, oppure un isolamento sociale che li porta a frequentare amicizie problematiche o gruppi devianti. Un calo improvviso del rendimento scolastico, un marcato disinteresse per la scuola e conflitti continui con gli insegnanti possono completare questo quadro.
Intervenire tempestivamente significa offrire all’adolescente strumenti per gestire emozioni, impulsi e conflitti in maniera più sana. Studi mostrano che programmi di prevenzione, supporto psicologico e attività strutturate possono ridurre significativamente il rischio che i comportamenti antisociali diventino cronici. È quindi importante che genitori e insegnanti osservino senza giudicare, distinguendo tra le normali sfide dell’adolescenza e segnali più preoccupanti. Un dialogo aperto e costante può creare uno spazio sicuro in cui i ragazzi si sentano liberi di esprimersi, mentre il coinvolgimento di professionisti come psicologi scolastici, pedagogisti o centri di supporto puòoffrire strumenti e strategie personalizzate.Promuovere attività positive come sport, volontariato o hobby strutturati aiuta inoltre a canalizzare le energie e a rafforzare l’autostima. Riconoscere i segnali precoci non significa etichettare un adolescente, ma offrirgli l’opportunità di correggere la rotta. Con il sostegno della famiglia, della scuola e della comunità, anche i comportamenti più problematici possono essere affrontati e trasformati in occasioni di crescita.
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