di RITA TULELLI
Ad agosto 2025, TikTok si conferma il palcoscenico digitale più vibrante e imprevedibile, soprattutto per due generazioni che vivono la rete non solo come un mezzo, ma come parte integrante della loro identità: Gen Z e Gen Alpha. Scrollare TikTok in questo periodo significa immergersi in un mix travolgente di meme surreali, sfide estetiche, contenuti AI e riflessioni che sembrano leggere in tempo reale gli stati d’animo collettivi. E quest'estate non fa eccezione. A dominare la scena non sono più solo i balli sincronizzati o i lip-sync ironici, ma un’evoluzione del linguaggio visivo che combina creatività, ironia e persino un certo bisogno di disconnessione. Una delle tendenze più sorprendenti è l'esplosione dei contenuti generati con l’intelligenza artificiale. Dai personaggi parlanti creati con deepfake ai minifilm generati interamente da prompt testuali, i giovani creator stanno ridefinendo i limiti della narrazione digitale. Gli influencer virtuali, figure completamente sintetiche ma con migliaia di follower reali, dialogano con brand e pubblico con una naturalezza inquietante. Non si tratta più solo di “seguire un trend”, ma di creare universi paralleli in cui l’identità diventa flessibile, giocosa, spesso anonima.
E in questo spazio digitale, tutto diventa possibile. Accanto a questa rivoluzione visuale, emerge il fenomeno dell’"Italian Brainrot", una corrente virale che mescola meme nonsense, estetica post-ironica e una comicità che gioca sullo sfasamento culturale. I video sono brevi, assurdi, rumorosi: spesso rappresentano personaggi inventati, con nomi “italianizzati”, narrati da voci robotiche e accompagnati da musiche epiche. Questo tipo di contenuto conquista soprattutto la Gen Alpha, sempre più attratta da ciò che sfugge alla logica lineare degli adulti, e che sa essere immediato, visuale, iperbolico. Ma TikTok non è fatto solo di assurdità e filtri: è anche uno specchio delle ansie e dei desideri delle nuove generazioni. Sempre più video affrontano con ironia la voglia di disconnettersi, come nel caso della tendenza “Flip Phone Summer”: migliaia di utenti stanno documentando le loro vacanze vissute con telefoni a conchiglia, fotocamere analogiche e zero notifiche. Non è una semplice moda nostalgica, ma un gesto quasi politico: un rifiuto dell’iperconnessione, una fuga consapevole verso una tecnologia “più lenta”, che permette di tornare a guardare il mondo con occhi veri. Ed è sorprendente come questa estetica "low-tech" si sia trasformata in uno dei contenuti più virali del mese. Intanto, la comicità continua a essere un linguaggio potente. I video che mettono a confronto le generazioni – come i Millennials impacciati accanto ai Gen Alpha iper-digitali – diventano piccoli palcoscenici in cui le dinamiche familiari, scolastiche e sociali vengono ribaltate. La risata qui non è fine a se stessa, ma diventa uno strumento per esplorare i cambiamenti culturali in atto.
Allo stesso tempo, le “silent reaction” – video dove si risponde senza parole a contenuti assurdi, solo con lo sguardo o una smorfia – sono diventati un modo per dire molto senza dire nulla, in pieno stile Khaby Lame. E poi c’è la sostenibilità, che non è più un tema da “grandi cause” ma un comportamento quotidiano. Video su come vivere senza plastica, come riciclare oggetti in modo creativo o come resistere a mesi senza acquistare nulla stanno raccogliendo milioni di visualizzazioni. Il messaggio è chiaro: la Gen Z non cerca influencer perfetti, cerca esempi pratici. Autenticità, esperienze vere, errori compresi. Ed è proprio questo che oggi rende virale un contenuto: la capacità di parlare alla pancia e alla testa, spesso con un linguaggio visivo tutto nuovo, fatto di glitch, sottotitoli ironici e tagli improvvisi. TikTok ad agosto non è solo intrattenimento: è un termometro culturale. È lì che si mescolano leggerezza e profondità, caos e creatività. Ed è lì, tra uno scroll e l’altro, che le nuove generazioni stanno scrivendo la loro lingua, i loro miti, le loro regole. In fondo, non è solo un trend estivo. È un modo di stare al mondo.
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