“Università e Centro: binomio ideale per formazione ed economia”

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L'avvocato Antonello Talerico
  12 novembre 2019 09:45

 

di ANTONELLO TALERICO*

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L’idea di riportare il mondo accademico (o

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 un dipartimento o un corso) nel centro della Città rappresenta sicuramente una grande sfida ed al contempo una nuova esigenza non solo culturale, ma anche economica. La proposta deve essere valutata, per avere un senso logico, alla luce dei nuovi progetti inseriti nei contratti istituzionali di sviluppo approvati dalla giunta comunale per circa 80 milioni di euro che vedono la partecipazione ed il coinvolgimento di Invitalia, degli Ordini Professionali, di Confcommercio, Confindustria e di altri importanti operatori. 

 

La realizzazione di questi progetti ridisegnerà una nuova Città, con una implementazione dei servizi e della rete di trasporto, con la creazione di nuovi parcheggi (anche sotterranei) e con il recupero di quelli esistenti (parcheggio del politeama, parcheggio di Bellavista, etc.), con i plurimi interventi di recupero urbanistico e con ripercussioni importanti sul tessuto economico e sociale, con il recupero del centro storico, ma anche delle altre aree a margine che verranno rivisitate funzionalmente per un maggior sfruttamento sia da parte dei cittadini che da parte dei c.d. “pendolari”. 

A parte ciò si deve considerare ancora la futura consegna della struttura dell’ex Ospedale Militare che diventerà sede della Procura della Repubblica e proprio in prossimità del Centro della Città. 

Si aggiunga ancora che la prospettiva di trasferire il Tribunale Amministrativo Regionale in Centro potrebbe essere una idea non del tutto peregrina e, magari utile per attuare un vero e proprio progetto di Cittadella Giudiziaria concentrata nel cuore della Città. 

Da considerare ancora che tutti i principali Ordini Professionali (Avvocati, Medici, Commercialisti, etc.) hanno le loro sedi proprio in Centro. 

 

Pertanto, considerate tutte le sopraesposte condizioni emergono degli indicatori importanti che potrebbero far convergere non solo le esigenze di un nuovo, quanto necessario, sviluppo economico del Centro, ma anche quelle esigenze culturali e formative non solo per la presenza in Centro del Teatro, ma anche di quegli Uffici Giudiziari (e non) che sarebbero maggiormente fruibili proprio da parte degli studenti, specie quelli del Dipartimento di Giurisprudenza, che avrebbero la possibilità di subire gli effetti positivi di un circuito/circolo virtuoso rappresentato dall’unione del mondo accademico con quello più strettamente giudiziario.

Ciò ancor più potrebbe facilitare una concreta attuazione non solo dei tirocini convenzionalmente previsti tra Ordine Avvocati e UMG per l’ultimo semestre prima della Laurea, ma consentirebbe una importante attuazione dei tirocini formativi e di orientamento previsti per gli studenti del primo anno in virtù di una normativa ancora rimasta inattuata – anche per problemi logistici – nel nostro territorio. Proprio in quest’ambito l’Ordine degli Avvocati di Catanzaro unitamente all’Università hanno dialogato in prospettiva dell’attivazione nel 2020 di un corso triennale in “Scienze investigative e criminologiche”, che potrebbe trovare poi il suo continuum formativo nella Scuola Forense del Consiglio dell’Ordine Distrettuale di Catanzaro, la cui sede potrebbe essere, a breve, proprio quella di Palazzo Alemanni, altra struttura di pregio del Centro Città. 

 

 

Certo è che taluni interventi che ho avuto modo di leggere sul dibattito dell’Università in Centro, risentono, in parte, di un grave difetto conoscitivo della Città e della esistenza ontologica di tutte quelle condizioni che casomai, oltre ad un risveglio economico, apporterebbero un miglioramento del percorso accademico per una maggiore e più immediata fruibilità di quelle attività di completamento formativo (tirocini) anche in ragione di una prossimità rispetto agli Uffici Giudiziari e/o di interesse culturale-sociale (teatri, musei, etc.). 

Oltre a ciò ritengo, errato, assumere che tale operazione di “avvicinamento” del mondo universitario al Centro costituirebbe uno smembramento del Campus.

 

Piuttosto, il mondo universitario inteso non solo come l’apparato e la comunità costituita dagli studenti, ma anche come quella realtà omnicomprensiva del corpo docenti (che arrivano il lunedì per ripartire subitaneamente il mercoledì) vivono poco la Città e la conoscono peggio, tanto da considerarla estranea, se non addirittura una vera e propria minaccia sino al punto di alzare le barricate ogniqualvolta si è tentato di avvicinare queste due importanti realtà UMG/Città, con grave ripercussione su quel processo di integrazione probabilmente mai avviatosi.

Del resto, spostare alcuni corsi e/o seminari di studio dell’UMG in Città, oltre a favorire i percorsi formativi ante e post laurea costituirebbe anche una valida soluzione al superamento delle difficoltà gestionali e logistiche per via della carenza del numero delle aule per lo svolgimento delle lezioni dei corsi dei vari dipartimenti. 

 

In conclusione, non dobbiamo trasferire l’intera Università nelCentro, dobbiamo, però, attuare una sinergia funzionale alla Città, sotto il profilo economico, ed all’Università sotto il profilo formativo, nella prospettiva di un comune obiettivo di crescita e miglioramento del territorio e, questo è possibile trasferendo alcune attività formative dei Dipartimenti (corsi di laurea e seminari) nel Centro cittadino, ove coesisterebbero con gli altri apparati del sistema giudiziario locale (Tribunali e Corte di Appello)

 

*Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro

 

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