Usi civici e atti dell’800 vagliati a Squillace e Montepaone ma per motivi diversi: ecco quali

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Usi civici
  30 settembre 2023 13:45

di PAOLO CRISTOFARO

È uno di quei casi particolari in cui contemporaneità e passato si incontrano, ma per motivi attuali e concreti. Indagare su cosa è pubblico e cose è privato, su terreni la cui storia amministrativa ha radici lontane e complesse. Sia a Squillace che a Montepaone si stanno scandagliando gli stessi documenti amministrativi, risalenti addirittura all’Ottocento, in cerca di conferme e informazioni sul territorio, ma si sta facendo per motivi decisamente differenti, seppur i documenti vagliati siano stati redatti dalla stessa persona, nel 1810 e nel 1811: il commissario regio Angelo Masci.

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ANGELO MASCI, LE RIFORME NAPOLEONICHE, LA SISTEMAZIONE DEL DEMANIO – Prima studente presso il collegio italogreco di San Demetrio Corone, poi laureato in Giurisprudenza all’Università di Napoli, Masci fu commissario di Gioacchino Murat. Tra i sostenitori, sulla scia delle riforme napoleoniche, dell’inadeguatezza dei diritti feudali, fu incaricato in Calabria, nel primo decennio dell’Ottocento, di verificare i demani regi al fine di ripartirli. In pratica fu colui che analizzò le carte e i confini, basandosi su documenti di antiche proprietà feudali ed ecclesiastiche, stabilendo la sfera di influenza dei vari comuni sui territori circostanti. Proprio a quegli antichi atti di Angelo Masci, che fu anche Procuratore Regio del Tribunale d’Appello di Catanzaro, si sta guardando nei due comuni della provincia per accertare lo status di alcuni terreni. Ma analizziamo nel dettaglio la vicenda.

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SQUILLACE E BORGIA DAL TAR AL CONSIGLIO DI STATO PER LA CONTESA SUI TERRENI DI ROCCELLETTA – Come detto, a Squillace e a Montepaone, pur tirando in ballo in entrambi i casi il lavoro del commissario Masci, lo si sta facendo per motivi differenti. La prima vicenda, quella di Squillace, trascina in campo anche il vicino Comune di Borgia. Squillace, infatti, gestita dal sindaco Pasquale Muccari, ha contestato, negli ultimi anni, la competenza dell’Ente borgese su alcune aree di Roccelletta (questione di non poco conto considerando anche in mezzo il Parco di Scolacium e quanto ne consegue). Il sindaco Muccari già ne 2020 (LEGGI QUI), notizia riportata anche sul nostro giornale, aveva tentato, rifacendosi proprio a un atto del 23 marzo 1811 redatto da Masci, di rivendicare il presunto gravame di uso civico su terreni di Roccelletta, che sarebbe stato confermato proprio dalle carte del regio commissario. Lo stesso sindaco non aveva nascosto che l’eventuale accertamento in sede giuridica di tale fatto avrebbe comportato maggiori entrate per le casse comunali. E la vicenda – per certi versi anacronistica – è finita seriamente in Tribunale. Ma Squillace non l’ha spuntata. Il Tar della Calabria non ha riconosciuto quanto l’Ente, difeso dall’avvocato Giovanni Costa aveva preteso. Notizia di questi giorni, è che lo stesso avvocato ha prospettato al Comune di Squillace l’opportunità di proporre appello, contro la sentenza del Tar, al Consiglio di Stato.

(Un estratto dalla delibera del Comune di Squillace)

E il Comune, persistendo nell’idea originaria, ha dato mandato agli uffici (delibera 73 del 27 settembre 2023) di provvedere alla presentazione dell’appello alla Corte di Roma. E mentre molti si domandano se ne valga la pena o meno, si attende di capire cosa accadrà a Roma, considerando che, come riportato dalla delibera comunale, l’avvocato avrebbe comunicato che la sentenza del Tar “non tiene conto di una serie di elementi, puntualmente evidenziati dalla difesa, che avrebbero potuto ribaltare l’esito del giudizio”.

MONTEPAONE E IL CASO DELL’EOLICO – Ben diverso il caso del Comune di Montepaone. A scandagliare gli atti ottocenteschi del commissario Masci (1810 in questo caso), è stato Serafino Chiera, perito agronomo, per conto della società “Stad S.r.l.” con sede a Davoli Marina, che si occupa di energie rinnovabili. Chiera ha eseguito l’accertamento demaniale, con contestuale perizia giurata, per alcuni terreni del Comune di Montepaone, particelle 266 e 181. Le località interessate dagli accertamenti sono comprese tra i comuni di Montepaone, appunto, Centrache e Gasperina, tra le località “Grizzo”, strada provinciale “Capperi” e il “Vallone”. Una delle particelle è risultata legata a un'altra società, la “Wind Energy”, che pure si occupa pure di eolico e rinnovabili

(La localizzazione delle turbine nel progetto della "Ski 17")

L’area compresa tra Montepaone, Gasperina, Centrache e anche Petrizzi, difatti, sta facendo discutere negli ultimi tempi perché contesa al fine di realizzare alcuni impianti eolici. Notizia dei giorni scorsi è che vi sarebbe l’intenzione di realizzare alcune torri (da 33MW), da parte di almeno due società: “Wind Energy” – già menzionata – e “Ski 17”. A maggio scorso, tra le altre cose, dalle società era stato segnalato che i progetti eolici presentavano alcune turbine in posizione potenzialmente sovrapposta, in base alle mappe. Veniva, dunque, posto il problema dell'ubicazione delle pale.

(La mappa che segnala l'interferenza tra le due turbine, segnalata dalla "Ski 17")

In pratica un confronto-scontro tra società per la divisione gli stessi terreni. Ora non è chiaro se sia nelle intenzioni anche della “Stad S.r.l.”, che ha commissionato la perizia demaniale, valutare un qualche progetto su terreni nell'area di Montepaone oggetto di studio sugli usi civici, oppure se la perizia sia stata dettata da altre esigenze. In base alla documentazione reperibile sull'albo comunale non appaiono più specifiche notizie in merito. La verifica operata dal perito Chiera ha dato esito negativo, dunque i terreni non sono gravati da usi civici e, pertanto, potrebbero consentire anche, potenzialmente, ulteriori interventi di questo tipo.

(Il resoconto del perito che certifica l'assenza di gravame di usi civici)

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