Negli ultimi giorni, il dibattito sulla possibile chiusura dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, in vista dei lavori finanziati con i fondi del Pnrr, ha suscitato preoccupazioni e perplessità nei cittadini. Tuttavia, è fondamentale affrontare questa tematica ponendo al centro il punto di vista del paziente e del cittadino.
Diritto alla cura e tutela dei pazienti
Chi si trova ricoverato in ospedale per qualsiasi patologia ha diritto a ricevere le cure adeguate senza dover subire disagi aggiuntivi dovuti a trasferimenti forzati. Il rischio di traslochi per i degenti non è solo una questione logistica, ma un problema che impatta direttamente sulla loro salute e benessere, aggravando una situazione già di per sé difficile.
Un ospedale di riferimento
“Noi riteniamo inaccettabile che i pazienti vengano trasferiti altrove, con tutte le difficoltà che ciò comporta per loro e per le loro famiglie” – affermano Vincenzo Lentini, consigliere provinciale di Vibo Valentia, Nicola Console e Nicola Staropoli, consiglieri comunali di Vibo Valentia, e Valeria Giancotti, dirigente regionale del Partito democratico.
“Per i cittadini della provincia di Vibo Valentia - proseguono i rappresentanti del Pd - l’ospedale rappresenta un punto di riferimento essenziale per l’accesso alle cure. La sua chiusura, anche temporanea, precluderebbe questa possibilità, lasciando la popolazione senza un presidio sanitario adeguato e costringendola a rivolgersi a strutture lontane e spesso sovraffollate”.
“È impensabile lasciare un intero territorio privo di un ospedale funzionante” – sottolineano i firmatari. “La sanità deve essere organizzata per garantire assistenza continua, e non per essere sacrificata sull’altare della burocrazia o di decisioni prese senza un’adeguata programmazione”.
Il Piano Battistini
Per evitare queste criticità, secondo i consiglieri e la dirigente regionale del Pd, “si potrebbe ricorrere al cosiddetto Piano Battistini, che prevede la possibilità di effettuare i lavori senza dover trasferire i pazienti. Questa opzione permetterebbe di mantenere attivo l’ospedale durante i lavori di ristrutturazione, garantendo al contempo l’adeguamento della struttura. Se questa opzione non fosse percorribile, allora dinanzi alla primaria esigenza di tutela del malato, si dovrebbe valutare la possibilità di rinunciare ai fondi del Pnrr. Nessun finanziamento può avere la priorità sulla salute dei cittadini”.
La posizione dei firmatari è chiara: “La salute dei cittadini deve venire prima di qualsiasi finanziamento o interesse economico. Non possiamo accettare che la logica del profitto prevalga sul diritto alla cura. Venticinque milioni di euro, trenta milioni di euro non valgono una sola vita umana!” – dichiarano con forza i rappresentanti del Pd. “Il finanziamento deve essere uno strumento al servizio della sanità pubblica, non un fine in sé. Investire su un ospedale vecchio, quando è già prevista la costruzione di un nuovo presidio sanitario, appare privo di logica e potrebbe persino compromettere la realizzazione del nuovo ospedale”.
I quesiti
Lentini, Console, Staropoli e Giancotti pongono una serie di interrogativi: “Ci chiediamo: perché, prima di richiedere i fondi del Pnrr, non si è pensato a come garantire la continuità dell’assistenza ai pazienti? Perché non si è pianificata una soluzione che mettesse al primo posto la salute dei cittadini? La Regione ha il dovere di informare la popolazione sullo stato dei lavori del nuovo ospedale” – continuano i firmatari. “A che punto siamo? Qual è il cronoprogramma? Quando sarà operativo? Questi sono interrogativi a cui la politica deve rispondere con chiarezza e trasparenza”.
Problema più ampio
La chiusura dell’ospedale Jazzolino, a loro giudizio, “evidenzia un problema più ampio: la necessità di riorganizzare e potenziare l’intera rete sanitaria provinciale. È fondamentale riattivare l’ospedale di Nicotera e di Pizzo; potenziare gli ospedali di Serra San Bruno, Tropea e Soriano; migliorare l’assistenza territoriale per ridurre la pressione sull’ospedale di Vibo Valentia”.
No all’ospedale da campo
Sull’ipotesi di allestire un ospedale da campo, i consiglieri e la dirigente Pd non hanno alcun dubbio: “È inaccettabile e umiliante per la popolazione vibonese. Come sottolineato dal vicepresidente della provincia, La Sorba, questa soluzione è stata adottata solo in contesti di guerra. Solo pensare a una soluzione del genere è offensivo” – denunciano i firmatari. “I cittadini di questa provincia meritano rispetto e strutture sanitarie adeguate, non soluzioni provvisorie e inadatte”.
Presa di posizione netta
A giudizio di Lentini, Console, Staropoli e Giancotti, “la classe politica regionale non può continuare a ignorare la situazione sanitaria di Vibo Valentia e della sua provincia. Serve una presa di posizione netta e responsabile. Il silenzio e l’inerzia non sono più tollerabili. È necessario sapere se c’è un piano Battistini che tenga conto delle esigenze dei malati, pur non pregiudicando quest’investimento. Se così fosse, allora questo piano deve essere chiaro, e ciascuno di noi deve capire perché non si sta adottando e perché non se ne stia discutendo. In ogni caso, se questo piano non si può adottare, la Regione - o chi è il responsabile di questo procedimento - deve pensarci bene prima di creare disagi per un anno e mezzo ai malati di questa comunità. Perché, alla fine dei conti, entro un anno e mezzo – se è vero quello che dice il presidente Occhiuto – sarà pronto il nuovo ospedale. Quindi ci chiediamo: vale la pena far correre questi disagi? Diversamente, se così non fosse, vorrebbe dire che hanno preso in giro i cittadini, perché il nuovo ospedale non si farà nei tempi e nei modi promessi in campagna elettorale dal presidente della Regione, oggi commissario della sanità”.
“La vita umana è sacra, e l’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto alla salute. Questo principio - concludono i firmatari - deve essere rispettato e attuato anche nel nostro territorio, che, seppur martoriato, è fiero e determinato a non arrendersi”.
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