XI Premio “Città Solidale”: a Catanzaro un’edizione tra istituzioni, testimonianze e speranza (FOTOGALLERY)

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images XI Premio “Città Solidale”: a Catanzaro un’edizione tra istituzioni, testimonianze e speranza (FOTOGALLERY)
Da sinistra: Ugo Vivone, Marco Omizzolo, Khady Sene, Giulia Blasi
  24 settembre 2025 19:15

di IACOPO PARISI

L’Aula Sancti Petri ha ospitato questa mattina l’XI edizione del Premio Città Solidale, appuntamento che ogni anno celebra esperienze e buone pratiche di impegno sociale. Al centro dell’edizione 2025 i temi del futuro, declinati attraverso cinque obiettivi dell’Agenda 2030: lotta alla povertà, salute e benessere, parità di genere, lavoro dignitoso e comunità sostenibili.

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Un evento che ha visto la partecipazione di numerose personalità istituzionali e del mondo accademico, accanto ai protagonisti premiati, in un clima corale di riflessione e speranza.

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Padre Piero Puglisi, fondatore di Città Solidale ETS, ha aperto i lavori ricordando la missione che anima l’iniziativa fin dall’inizio: «In tutti questi anni ci è sembrato importante costruire reti e mettere in evidenza quelle realtà che in tutta Italia lavorano per percorsi di solidarietà e di contrasto all’emarginazione. Queste esperienze diventano modelli da assumere e stimoli per fare sempre meglio anche nel nostro territorio».

Le istituzioni presenti hanno offerto uno sguardo unitario sulla necessità di trasformare la solidarietà in azione concreta. Il prefetto Castrese De Rosa ha richiamato l’importanza di portare la testimonianza “fuori dalle chiese”, sottolineando che «solo facendo rete possiamo dare risposte concrete». Sulla stessa linea Mons.Claudio Maniago, arcivescovo della diocesi Catanzaro-Squillace che ha definito il premio una “felice intuizione”, capace nell’anno del Giubileo di offrire «segni di speranza per cui vale la pena impegnarsi e cambiare qualcosa».

Il senso di comunità è stato ribadito dall’assessore comunale alle Politiche sociali Nunzio Belcaro, che ha parlato del privilegio di incontrare «persone portatrici di un noi, di una mano, di un qualcosa di bello per la città e per gli altri». A chiudere questo mosaico di voci è stato il questore Giuseppe Linares, che ha presentato la firma del protocollo Zeus, strumento innovativo per la prevenzione della violenza di genere: «Non ci interessa arrestare un femminicida, non ci restituisce la donna. Dobbiamo interrompere il ciclo della violenza al principio, fin dalla prima violenza verbale. Con questo protocollo e un nuovo centro di ascolto dotiamo la provincia di uno strumento concreto di prevenzione».

Presenti anche il tenente Andrea Flebus, in rappresentanza del colonnello Giovanni Pellegrino, e Alberto Scerbo, docente ordinario di filosofia del diritto all'UMG di Catanzaro.

Al centro della giornata le testimonianze dei cinque premiati, modelli di impegno civile e innovazione sociale.

Khady Sene – Direttrice della Caritas di Foggia-Bovino, prima donna immigrata in Italia a ricoprire questo incarico, ha condiviso la sua emozione: «La vita di un’immigrata non è mai facile. Dirigere la Caritas significa non solo dare cibo ai poveri ma lottare per i loro diritti. Il povero non è un problema della Chiesa, ma di tutti».

Officine Buone – Nella voce di Ugo Vivone, l’esperienza che trasforma musica, cucina e teatro in strumenti di solidarietà: «Il volontariato aiuta chi lo fa. La musica non guarisce, ma fa stare bene. Da qui nasce l’idea di mettere il talento al servizio del sociale».

Giulia Blasi – Scrittrice e attivista, ha richiamato l’urgenza di agire contro la violenza di genere: «Il genere continua ad aggravare le oppressioni. Il cambiamento non si genera spontaneamente: siamo noi il cambiamento e dobbiamo assumerci questa responsabilità». Ha poi denunciato la fragilità di un sistema che interviene solo a violenza già consumata, in cui emerge la stessa urgenza: porre attenzione agli ultimi e a chi vive in condizioni di marginalità.

Marco Omizzolo – Sociologo ed esperto di sfruttamento lavorativo, da anni in prima linea nella lotta al caporalato, ha portato la sua testimonianza di ricerca e attivismo. Una battaglia che ha restituito dignità a migliaia di braccianti e ha segnato pagine importanti della recente storia sociale italiana.

Gaya – Mondo di Unione – Ecovillaggio nato in Calabria grazie all'impegno di Valentina Palco, un modello di sostenibilità e comunità, che unisce natura, innovazione e accoglienza, guardando al 2030 come spazio di incontro e crescita condivisa. 

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