di PAOLO CRISTOFARO
Quell'esproprio non concluso di Squillace (CZ), iniziato nel 2004, per il quale i proprietari oggi chiedono al Comune 345mila euro di danni (LEGGI QUI), fa ancora discutere molto e lascia tanti, troppi interrogativi. In quell'anno, infatti, l'Ente ha iniziato un esproprio per un terreno di Squillace Lido, sul quale costruire la scuola materna, ma non l'ha mai portato a termine, con conseguente ricorso al Tar da parte dei proprietari, dal cui esito è risultata la soccombenza dell'amministrazione e successivo ricorso per ottemperanza, in fase discussione.
"Una grave situazione in stallo da tempo peserà ancora una volta sulle casse comunali e i cittadini pagheranno. A fine gennaio ho scritto una lettera, se non l'avessi fatto, forse, non si sarebbe fatta luce sulle vicende legate a questa pratica". A dirlo, la consigliera di minoranza del gruppo "Squillace in Movimento", l'avvocato Anna Maria Mungo. La stessa, infatti, con missiva del 20 gennaio 2020, inviata al commissario liquidatore dell'Ente, Mario Pizzino, che si occupa delle pratiche finanziarie del dissesto, chiedeva informazioni sulla "Sentenza Tar Alecci vs Comune di Squillace" (LEGGI QUI) proprio per l'esproprio in questione e per chiedere "se la sentenza indicata in oggetto [...] sia stata trasmessa alla sua competenza per l'ammissione nella massa passiva [...] in quanto "ad oggi, l'amministrazione comunale non ha portato a bilancio il predetto titolo, già esecutivo nell'anno 2018", il quale non risultava neppure ammesso alla massa passiva dell'OSL (organo straordinario di liquidazione) per il dissesto.
"A questa richiesta non ho ricevuto risposta", spiega la Mungo, "tanto che il 7 febbraio ho inviato sollecito all'OSL indicando che erano trascorsi già 17 giorni dalla missiva e che se non avessi avuto riscontro nei termini di legge, mi sarei rivolta alla competente autorità per omissioni d'atti d'ufficio. Lo stesso 7 febbraio, sulla mia PEC, trovo una risposta da parte dell'OSL, inviata per conoscenza anche al Sindaco, Pasquale Muccari", racconta la Mungo. In pratica, in questa riposta il commissario Pizzino specificava che la sentenza del Tar del 2017 "non è stata mai trasmessa alla competenza gestionale di questo OSL per l'ammissione alla massa passiva", ma che comunque "non può essere [il debito] acclarato alla gestione di questo OSL, trattandosi di attività gestionale corrente in quanto non trattasi di provvedimento definito nell'importo del credito, nella sua certezza, nella sua esigibilità."
Anna Maria Mungo precisa che al commissario Pizzino "è stato trasmesso solo il ricorso in ottemperanza in data 22 marzo 2019, quindi neanche dallo stesso sindaco, ma dal commissario prefettizio, Giuseppe Belpanno, che allora gestiva l'Ente dopo la caduta della giunta". La consigliera di minoranza, a questo punto, si è domandata innanzitutto come mai il commissario Pizzino abbia trattenuto la pratica per 11 mesi prima di dire, oltretutto, che non sarebbe di sua competenza, ma anche come mai la competenza non sia dell'OSL, essendo il risarcimento dovuto a "una condotta omissiva risalente agli anni 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013.
"Così il 17 febbraio 2020, con una nuova missiva, stavolta indirizzata, oltre che a Pizzino, per conoscenza anche al Prefetto di Catanzaro, Francesca Ferrandino, ho avanzato questi dubbi. Il 20 di febbraio, cioè a 3 giorni di distanza stavolta, il commissario liquidatore mi ha risposto nuovamente, inoltrando la risposta anche al sindaco, alla segretaria comunale, al Prefetto e all'avvocato della controparte nel ricorso." Nella missiva di risposta, Pizzino ha scritto che "non ha ricevuto eventuali somme dall'amministrazione comunale riguardanti residui di fondi a gestione vincolata ed in particolar modo quelli afferenti alla pratica in oggetto", ma non solo. Ha risposto anche, alimentando i dubbi della minoranza, che "potrebbero trovare allocazione nelle competenze di questo Commissario i debiti derivanti da espropri realizzati prima del dissesto, e con sentenza successiva, mediante l'utilizzo di parte di somma vincolata [...] fermo restando l'ulteriore incombenza in capo a questo OSL di reperire le ulteriori risorse".
"Dalla lettura delle due missive si evince chiaramente che le risposte del commissario Mario Pizzino, in pratica, sono discordanti", asserisce la consigliera Mungo, "in quanto nella prima si esclude una competenza dell'OSL sulla pratica in questione e nella seconda, invece, si paventa la possibilità che l'OSL abbia invece competenza sul risarcimento", sottolinea la capogruppo di "Squillace in Movimento". "Abbiamo insistito su questa questione perché se la pratica finisse nella gestione dell'OSL, sicuramente, i cittadini potrebbero risparmiare evitando di pagare interamente la cifra richiesta. Rimangono oltretutto i dubbi sul perché il sindaco non abbia mai trasmesso la sentenza all'OSL e sul perché, invece, il commissario Pizzino, avendo ricevuto nel marzo 2019 almeno il ricorso in ottemperanza, abbia trattenuto lo stesso per ben 11 mesi prima di esprimersi a tal riguardo, ritardando le necessarie procedure amministrative per uscire dall'impasse finanziario".
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